L’oro etrusco di Gesserifibula a drago

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Nell’anno 1839 grazie a una fortuita scoperta, fatta da alcuni contadini, furono rinvenuti nei pressi del podere Gesseri, i resti di una tomba etrusca a camera, risalente al VII° secolo a.C.

I numerosi frammenti di vasellame che vennero alla luce sparsi nei dintorni, fecero ipotizzare che sul crinale che separa il Cecina dal torrente Sellate, poteva essere esistita una necropoli etrusca di notevole importanza, ma purtroppo ormai non più rintracciabile.

Al momento del ritrovamento dei preziosi monili in oro, che costituivano il corredo funerario di quella tomba, il podere di Gesseri  faceva parte della Mensa Vescovile di Volterra. Perciò il vescovo  Giuseppe Gaetano Incontri, venuto in possesso degli oggetti, ne fece subito dono al Museo Guarnacci di Volterra, uno dei più prestigiosi e più antichi d’Europa. Nacque infatti nel 1761, quando il nobile abate Mario Guarnacci, insigne e eruditissimo storico, donò le sue preziose raccolte di oggetti riguardanti gli Etruschi, alla città di Volterra.

L’eccezionale oreficeria proveniente da Gesseri, che tuttora è custodita al Guarnacci, costituisce il più importante ritrovamento nella zona del Volterrano, per quanto riguarda la gioielleria etrusca. 

Consiste in una lunga catena di 52 cm in filigrana lavorata con la tecnica detta “fiocco a fiocco” con spillone di chiusura lungo 6-7cm, guarnito di piccolissime perline d'oro. E' ritenuto uno dei più mirabili esempi, unico per l'abilità della particolare creazione e per le tecniche utilizzate nell'esecuzione. La preziosa catenella realizzata con una maglia di coppie di finissimi fili intrecciati, termina con lo spillone impreziosito da decori a filigrana nella parte superiore, alternati a motivi che ricordano una trina ondulata.
Tra i preziosi ritrovamenti spicccano anche 4 bellissime fibule maschili di varie dimensioni a forma di sanguisuga e di drago, alcune in perfetto stato di conservazione, oltre ad un esemplare ad arco serpeggiante realizzato in argento con finissime decorazione d'oro ed altri minuscoli frammenti di oro lavorato.

Le fibule a drago, così definite per la conformazione dell'arco, insieme a quelle a forma di sanguisuga, rappresentavano  una delle tipiche espressioni di 'status' dei principi etruschi. La diffusione di oggetti di ornamento personale, presenti nelle sepolture di 'rango',  faceva parte dello stile di vita che distingueva l'affermazione aristocratica e gentilizia degli etruschi nel VII° secolo aC.

Per le raffinatissime esecuzioni e la preziosità dei gioielli, il materiale rinvenuto nella tomba della vallata del Cecina, venne chiamato: “l’Oro di Gesseri”.

(Le foto e alcune delle informazioni da noi riportate, sono state tratte da uno studio di F. Burchianti presentate dalla C.R.V. nel volume 'MUSEO ETRUSCO GUARNACCI', che ringraziamo)

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SPILLONE CON CATENA
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FIBULE A SANGUISUGA
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FIBULA A DRAGO