cdg-f-ginestra-spinosa   Nome scientifico: ULEX EUROPEAUS
  Nome comune: GINESTRONE – GINESTRA SPINOSA
  Famiglia: Fabaceae
  Fioritura: Febbraio-Maggio-e tutto l’anno
  Habitat: terreni pietrosi, luoghi ghiaiosi con presenza di roccia silicea, sottoboschi di pino marittimo. Fino a 100-1300m. Non è presente sull’Arco Alpino, Calabria, Sicilia. Non sopporta inverni rigidi.


Descrizione

cdg-f-ginestra-spinosa 006Pianta originaria dell’Europa sud-occidentale e atlantica, sviluppata soprattutto nella Penisola Iberica. Forma estese macchie impenetrabili con preferenza nei sottoboschi di Pino marittimo, mescolata ad Erica e Corbezzolo. Come tutte le Fabacee, è un buon fissatore di azoto nel terreno, ma è una pianta pericolosa per gli incendi boschivi, perché facilmente infiammabile.

Si presenta come un arbusto legnoso, sempreverde, alto fino a 3 m, con fusto principale breve, da cui si formano numerosissimi rametti eretti e rigidi, fortemente intricati e spinosi.

I fusti, di color verde scuro, sono ricoperti da spine rigide, contornate alla base di altri gruppetti di spine più piccole riunite a 3 a 3.

Le foglie sono solo presenti nelle piante giovani, poiché in seguito si trasformano in ‘fillodi’ spinosi e acuminati, molto rigidi, lunghi fino a 1 cm e mezzo.

I fiori profumano di vaniglia e sono raccolti in racemi spinosi, terminanti in brattee lanuginose, all’apice di rami scanalati. Hanno il calice giallastro-ruggine, peloso, diviso in due valve larghe circa 1 cm, poco più piccole della corolla. Questa, quasi inclusa nel calice, ha forma papilionacea, con vessillo di 12-15mm di color giallo intenso lucido.

Il frutto è un baccello rigonfio di circa 2 cm, ricoperto di peluria, piuttosto legnoso che a maturità si apre scoppiando, liberando i semi. In passato, come le altre ginestre, era utilizzata per ricavarne fibre da tessere.

Oggi viene coltivata per la produzione di fertilizzanti, combustibili, insetticidi e coloranti; apprezzata anche nei prodotti cosmetici e nella bioedilizia. I suoi semi contengono alcaloidi tossici per l’uomo, ma la pianta è ugualmente appetita dagli animali selvatici e dai cavalli.

Tra le numerose leggende legate alla Ginestra spinosa, si racconta che Gesù per sfuggire ai suoi persecutori, si fosse nascosto dietro ai fitti cespugli di questa pianta, che per riconoscenza ottenne il dono di prolungare la sua fioritura per tutto l’anno. Secondo Plinio il Vecchio, le ceneri della pianta contenevano oro, giallo come il suo fiore e comunque la sua continua fioritura era anticamente considerata simbolo di amore eterno.

Il nome deriva con probabilità dalla parola latina ‘Urex’, con cui veniva chiamato il Rosmarino, alludendo alle foglie aghiformi, simili nelle due specie. Mentre l’attributo specifico si riferisce alla zona di provenienza.

                    



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Ginestrone – Ginestra spinosa -- Ulex europeaus