Il Pino nero è una specie fortemente diffusa dall’uomo per la sua capacità di colonizzare ambienti difficili, in grado di resistere sia alla siccità che alle gelate. E’ considerata una specie relitta e si suppone che alla fine delle ultime glaciazioni, la sua diffusione fosse piuttosto ampia. E’ presente in areali molto distanti tra loro e estremamente frammentati, tanto che si sono potute sviluppare diverse e evidenti differenze tipologiche. In italia si trova allo stato spontaneo nelle regioni montane, in 4-5 sottospecie che si differenziano sia per il portamento, sia per l’area di diffusione.
E’ un albero sempreverde alto 20-30 metri, talvolta fino a 50, con tronco particolarmente dritto, talvolta biforcato.
La chioma molto ramosa, densa, di forma piramidale, color verde cupo che tende ad espandersi con l’età. I rami delle piante più giovani si dispongono orizzontalmente e tendono a rivolgersi verso l’alto.
L’apparato radicale della pianta adulta è robusto e ampio con radice principale a fittone e grosse radici laterali che si diramano in altre più piccole saldamente aggrappate al terreno.
La corteccia è scagliosa, bruna, rugosa nelle piante giovani che diventa con gli anni di color grigio scuro, ondulata, screpolata e suddivisa in grandi placche dai bordi nerastri.
Le foglie sono aghiformi, di color verde scuro, riunite in mazzetti di 2, lunghe da 4 a oltre 20 cm (a seconda della subspecie). Hanno sezione semicircolare e apice appuntito, avvolte alla base da una guaina brunastra di un paio di cm.
I fiori su 2 diverse strutture riproduttive: i macrosporofilli che si trovano alla base del ramo sono di colore giallastro a maturita e i microsporofilli, come piccoli coni di colore rossastro all’apice del ramo.
Le pigne (strobili) maturano nell’autunno del secondo anno e cadono nella primavera successiva, disperdendo i semi durante l’inverno. Hanno forma conica-ovoidale, prima verdi, fulve a maturità, lunghe da 5 a 10-12cm e larghe 2-5. Hanno squame legnose leggermente rilevate, terminanti con un umbone nerastro. Contengono semi scuri cuneiformi, leggermente compressi di lato, lunghi 6-8mm. L’aletta lunga il doppio del seme, serve per la disseminazione che avviene ad opera del vento.
Il legno del pino nero è resinoso, giallognolo chiaro, utilizzato nell’industria cartaria per la cellulosa. Una volta soprattutto in Calabria veniva praticata la resinazione, un’incisione praticata durante i mesi più caldi, nella corteccia della pianta per ottenere la trementina usata nei colori e nei medicinali.
Il Pino nero è una specie facilmente attaccabile dalla ‘processionaria’, un lepidottero della famiglia dei ‘Taumetopeidi’, le cui larve nascoste in involucri biancastri cotonosi, hanno peli urticanti, dannosi per l’uomo e per gli animali.
Il suo nome proviene dal greco ‘Pitys’, successivamente dal latino ‘Pinus’, originati dal sanscrito ‘Pitus’: nome della resina. L’epiteto ‘nigra= nero’ si riferisce alla colorazione scura della corteccia del tronco e degli umboni presenti sulle pigne.
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