abete-bianco   Nome scientifico: ABIES ALBA
  Nome comune: ABETE BIANCO
  Famiglia: Pinaceae
  Fioritura: Maggio-Giugno
  Habitat: terreni fertili freschi e profondi. Clima con limitata escursione termica e alta piovosità. Boschi montani e appenninici da 500 a 2000 metri.


Descrizione

L’Abete bianco è una specie presente sulla Alpi e sugli Appennini dove esistono popolazioni impiantate, ma anche nuclei autoctoni, considerati relitti della flora del terziario. Ritenuto il principe delle conifere per il suo portamento, tende ad essere sostituito dall’Abete rosso, specie economicamente più interessante.

E’ un albero sempreverde alto 40/55 metri, che può raggiungere anche i 60. La chioma è densa, piramidale, color verde cupo argentato; inizialmente a crescita lenta con ramificazioni molto regolari e rami principali raggruppati orizzontalmente lungo il fusto in palchi paralleli. I rametti secondari invece si dispongono con andamento a spirale.  In fase giovanile la chioma è piuttosto conica fino  a circa 60-70 anni di vita della pianta, poi diminuisce la crescita della chioma nella parte apicale, tanto da assumere una forma appiattita che viene chiamata ‘nido di cicogna’.  Il tronco è colonnare, con corteccia  grigiastra nelle piante più giovani che si desquama in strisce sottili.

Il suo possente apparato radicale a candelabro è formato da un fittone principale centrale che può superare oltre 1m e sessanta, contornato di robuste radici laterali, a loro volta fittonanti che si aggrappano tenacemente al terreno rendendo la pianta meno soggetta a rotture e sradicamenti. Tra le conifere, è una delle specie che meglio si ancora al terreno, in grado di colonizzare anche su suoli forestali pesanti e bagnati, contribuendo a trattenere l’acqua nel terreno.  Mediamente longevo può vivere anche fino a 600 anni.

Le foglie sono aghiformi, persistenti sulla pianta anche per 9-10 anni. Lunghe da 1 a 3 cm, larghe appena 1-2mm, con  punta  arrotondata ma non pungente, color verde scuro sopra, con 2 strisce longitudinali bianco-argentato nella parte inferiore; sono inserite radialmente, disposte a pettine ai lati dei rami in una o 2 file.

Le infiorescenze maschili, di colore giallastro, si trovano raggruppate nella zona centrale della chioma nella parte inferiore dei rametti dell’anno precedente e portano enorme quantità di polline. I femminili di colore verde,  rossastro a maturità, sono su rametti dell’anno attuale posti sulla  parte superiore della sommità dell’albero.

Anche i coni (strobili) sono nella parte superiore della pianta, disposti verticalmente, di forma cilindrica lunghi 10/20 cm e larghi fino a 5.  Di colore verde, poi marronastro,  composti da squame legnose embricate, rotondeggianti all’apice, spesso ricoperte di resina. In autunno, a maturità si sfaldano completamente sulla pianta, lasciando visibile solo l’asse centrale appuntito. Ogni cono contiene circa una cinquantina di semi giallastri lunghi 5-10mm di forma triangolare schiacciata, forniti di aletta che permette loro di disperdersi volteggiando.

Fin dall’epoca dei Romani il legno dell’abete bianco era ricercato per la costruzione di alberi per le navi e di remi, in quanto leggero, chiaro, con evidenti anellature e soprattutto privo di canali resiniferi. Adatto anche all’edilizia perché facile da spaccare.

La sua resina ha proprietà espettoranti, antisettiche, da sempre usata per combattere affezioni bronchiali e curate ferite. Dalle gemme viene ancora prodotto un olio, che allevia i dolori reumatici, ottimo anche per la preparazione di distillati e liquori. L'abete bianco è anche una buona pianta mellifera.

Nell’antica Grecia era sacro ad Artemide e nei riti primaverili  veniva innalzata una pianta di abete nella piazza principale, mentre in Asia era considerato un albero cosmico e per i Celti un albero divino. L’usanza che  lega l’Abete bianco all’albero di Natale, deriva probabilmente dal fatto che fin dal medioevo, nei paesi germanici e scandinavi, era usanza portare  una pianta nelle case, che veniva decorata in occasione delle feste del solstizio d’inverno.

Il nome del genere ‘Abies=abete’ deriva dal latino, come pure l’epiteto ‘albus’ che significa bianco, forse riferito alla corteccia chiara della pianta e all’aspetto argenteo della sua chioma.

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Abies alba -- Abete bianco