Monte Calvi: una terrazza sulla Val di Cornia
anna stefano paolo

14.6 km, 07:06:09

Coordinate punto di partenza: 43° 4'52.23"N 10°39'27.14"E   google maps cane-guinzaglio estate-no
- Percorso il : 23/04/2018 - Tempo impiegato: 07:06:00 h - Tempo in movimento: 05:34:00 h
- Distanza percorsa: 14,70 km - Dislivello tot. In salita: 895 m - Pendenza: med. 10,3% max. 34,8%
Verificato il:  21/03/2019
- Note: Niente da segnalare.
- Difficoltà : E
linea sep
bot mappa logo minibot traccia
linea sepGalleria foto 26 immagini
  • montecalvi_001
  • montecalvi_002
  • montecalvi_003
  • montecalvi_004
  • montecalvi_005
  • montecalvi_006
  • montecalvi_007
  • montecalvi_008
  • montecalvi_009
  • montecalvi_010
  • montecalvi_011
  • montecalvi_012
  • montecalvi_013
  • montecalvi_014
  • montecalvi_015
  • montecalvi_016
  • montecalvi_017
  • montecalvi_018
  • montecalvi_019
  • montecalvi_020
  • montecalvi_021
  • montecalvi_022
  • montecalvi_023
  • montecalvi_024
  • montecalvi_025
  • montecalvi_026

DESCRIZIONElinea sep

Monte Calvi: una terrazza sulla Val di Cornia

Allontanandoci  momentaneamente  dalla nostra amata Val di Cecina, decidiamo di spostarci  verso la Vallata del fiume Cornia, per una interessante escursione intorno alle campagne di Suvereto, importante paese storico, ritenuto uno dei borghi più belli d’Italia.

Ci troveremo  così a  ridosso delle cime costiere più alte della provincia di Livorno e della stessa Costa Toscana,  a un passo dalle belle spiagge della Maremma grossetana.  

montecalvi 001Come luogo di partenza del nostro cammino abbiamo scelto la località ‘il Crocino’, poco distante dall’abitato di Suvereto,  riconoscibile per la presenza di un umile edicola religiosa e facilmente raggiungibile tramite la fitta ragnatela di stradine secondarie che collegano  ville, poderi e agriturismi di questa zona (coord.43°04’52,2”N-10°39’27,3E’’).

 Inizieremo la nostra lunga  marcia che, da un’altitudine di circa 75 metri di quota,  ci porterà  in costante salita, a raggiungere la cima del Monte Calvi  superba terrazza che si affaccia su gran parte della Costa Toscana, le isole del suo Arcipelago e la Corsica, fino alle vette delle Apuane;  per spaziare dalla parte opposta sulle Colline Metallifere, i Poggi di Montieri, le Cornate di Gerfalco e il Monte Amiata. 

 Il Monte Calvi con i suoi 646 metri sul livello del mare,  malgrado la sua altitudine che lo classifica poco più che una collina  costituisce, per quanto riguarda il territorio continentale, il rilievo  più alto della provincia di Livorno,  punto panoramico privilegiato con affacci a 360°.  E’ posto in prevalenza nel comune di Campiglia Marittima, ma tocca anche i vicini comuni di Castagneto Carducci, Suvereto e San Vincenzo.  Le sue pendici, fino a un’altezza di poco più di 400 metri, sono rivestite da una vegetazione tipicamente mediterranea, intervallata dalla presenza di oliveti, castagneti e numerose querce sughere.  montecalvi 019Ma su tutto emerge la sua elevata diversità floristica che conta numerose specie di orchidee e una delle poche stazioni di Jonopsidium  savianum, rarissima brassicacea dai piccoli fiori bianchi. Sulla cima del monte svetta una nuova grande croce metallica, inaugurata nel 2007 a ricordo della resistenza combattuta nella zona, in  memoria dei caduti di tutte le guerre.

La fatica dovuta al notevole dislivello, sarà sicuramente mitigata alla vista dei bei panorami che via via  circondano il nostro cammino e che, specialmente in primavera, mostrano il loro massimo splendore. Numerose saranno  le fioriture che si potranno incontrare, con varie specie di orchidee spontanee e la preziosa Bivonea di Savi, un raro endemismo, che si trova in una piccola area sulla pendice nord del monte.  Non sarà raro osservare la presenza della ‘Marruca’ (Paliurus spina Christi), tipico arbusto spinoso degli ambienti maremmani, un tempo usato per delimitare il pascolo del bestiame.

Iniziamo a salire lungo il sentiero n3, della rete escursionistica di Suvereto e ci dirigiamo subito sulla piccola strada asfaltata, in direzione NO, che abbandoneremo dopo circa 300 metri di cammino, voltando sulla sx (coord. 43°04’59,2’’N-10°39’19,2’’E).

Cammineremo lungo una sterrata che inizia a inerpicarsi in direzione Ovest, accompagnati da distese di olivi che punteggiano la campagna, intervallata da ampi coltivi, belle residenze, poderi e numerosi agriturismi.    Compiuti i primi complessivi 700metri di cammino dovremo svoltare verso dx e continueremo a seguire il sentiero n.3 (coord 43°04’57,3’’N-10°39’05,2’’E), salendo ancora tra ampi spazi aperti alternati a tratti di ombrosi boschi. Dopo ulteriori 1300metri dall’ultima deviazione,  in prossimità di una curva a sx, faremo attenzione a portarci verso dx, abbandonando la carrareccia ed immettendoci lungo un ampio sentiero pianeggiante. (coord43°05’09,9’’N-10°38’21,4’’E). Di qui il cammino si farà più definito, finché poco più avanti l’erboso percorso lascia luogo ad un irto tracciato  sassoso, che si snoda verso il fianco del monte.

montecalvi 002Proseguiamo ora tra la bassa vegetazione lungo quello che pare essere un vero sentiero di montagna, con i ciottoli biancastri che ci anticipano la formazione calcarea che predomina e caratterizza tutto il massiccio di monte Calvi.  Dopo aver compiuto una secca svolta a sx,  che ci fa cambiare completamente direzione, ci immettiamo in un interessante tratto del versante campigliese, che ci porta ad attraversare un profondo pendio, chiamato ‘Passo delle Streghe’, uno stretto passaggio sassoso, dove pare che nelle giornate di vento, si possano udire sinistri rumori, che aumentano sicuramente la suggestione di questo luogo.  Voltandoci indietro apparirà sopra di noi in tutta la sua maestosità,  la vetta del monte Calvi che ci sovrasta, mentre di fronte più in basso, si cominciano a intravedere gli impluvi e le piane coltivate.

montecalvi 004Dopo una leggera discesa che costeggia il versante Est, in un lungo tratto completamente boscoso, sbuchiamo come per magia nel bel mezzo di un pianoro verde costellato di fioriture di numerose varietà di orchidee.  Ai margini del prato, una curata casetta di pietra, chiamata ‘Scopetello’, conferisce a questo luogo un fascino unico e una sensazione di rilassatezza che riuscirà ad alleggerire la fatica e la tensione della lunga salita. 

Dopo una breve pausa, proseguiamo il cammino aiutati ancora dai segnavia bianchi e rossi che spesso riportano il n. 3 del nostro sentiero. Compiuti ulteriori 300 metri, tenendo la dx, torneremo di nuovo a salire fino all’incrocio successivo, dove  invece proseguiremo a dritto trascurando una via che si apre a dx.  Qui potremo osservare sparsi nel terreno, dei minerali ferrosi  che testimoniano quanto l’area di Monte Calvi, fosse un importante bacino estrattivo fin dall’epoca degli Etruschi.

Dopo un breve tratto ancora, volteremo di nuovo a dx, su una terrosa carrareccia che si snoda in un fitto bosco di lecci bassi e saliremo fino ad incontrare, in prossimità di un capanno di cacciatori, un ampio crocevia (coord43°05’27,8’’N-10°37’32,6’’E), dove volteremo verso sx, continuando a salire tratti ancora più ripidi ed aperti, fin quasi alla sommità del monte. Ultimata la sassosa salita, il terreno si fa più pianeggiante e ampi spazi di prato si alterneranno a bassi cespuglieti, intervallati da numerose fioriture tipiche dei terreni rocciosi. Guidati dai segnavia punteremo verso dx e cammineremo  ancora, in leggero dislivello,  per alcune centinaia di metri  fino a raggiungere la grande croce di metallo posta alla sommità del poggio, da dove potremo godere di ampie vedute in ogni direzione, che si affacciano sulla costa e sulle isole dell’Arcipelago, fino alla lontana Corsica e alle Alpi Apuane. Voltandoci invece, riconosceremo le linee dei Poggi di Montieri, delle Cornate di Gerfalco e il profilo del Monte Amiata. 

montecalvi 011Prima di riprendere il cammino, ci concederemo una rilassante pausa ristoratrice, non mancando di apporre la nostra dedica sul libretto, che troveremo all’interno della cassettina ermetica vicino alla  croce. Riprenderemo il cammino iniziando a discendere lungo il sentiero che declina prima in direzione NO e poi verso Ovest, raggiungendo così l’intersezione col sentiero n.4, che imboccheremo voltando sulla nostra sx.  Continuiamo a discendere con attenzione, il sassoso ed insidioso viottolo che pian piano lascia spazio ad una piccola strada forestale, che poco dopo in prossimità di un grande leccio, si immette in  una grande strada bianca, proveniente da Suvereto e diretta a Sassetta.

Inizieremo sulla nostra sx, un comodo cammino (in direzione Sassetta) che durerà per circa 1 km, fino alla sommità di una ripida salita dove, con attenzione, individueremo il sentiero n. 2, che si dirige verso Prata e quindi Suvereto (coord. 43°06’27,9’’N-10°38’15,9E).

Camminiamo ora lungo un tracciato di terra battuta ai margini di ampi tratti di bosco che si alternano a file di querce sughere e dopo circa 500metri dall’ultimo crocevia,  presteremo particolare attenzione alla deviazione sulla sx, che bruscamente ci fa cambiare direzione dirottandoci verso Nord. Percorriamo ora un tratto di una piccola strada forestale pressoché pianeggiante, fino al punto in cui si nota una leggera depressione e dove purtroppo i segnavia  sono nascosti dalle piante rigogliose. (Coord. 43°06’22,7’’N-10°38’26,2E). Dovremmo compiere una decisa svolta verso dx quasi a dover  tornare indietro, immettendoci in uno stretto camminamento in ripida discesa inghiottito dall’alta e lussureggiante  vegetazione, tipica delle forre umide. Camminiamo senza sosta sempre scendendo, per circa 5/600metri, talvolta facendosi largo  tra cespugli di giunchi che crescono al margine di rigagnoli e piccole sorgenti spontanee, fino a  raggiungere la strada asfaltata. Ci troveremo davanti a una vecchia costruzione di pietre che raccoglie l’acqua di una sorgente freschissima e voltando lo sguardo sulla sx, oltre i cespugli e le alte felci, ci appare la fiera struttura della ‘Chiesa dell’Annunziata’.

montecalvi 023Le origini della chiesetta dell’Annunziata,  non sono tuttora del tutto chiarite, ma si ritiene che fosse stata fatta costruire nel secolo XII° dalla marchesa di Toscana Matilde di Canossa, nei pressi di una fonte e di un fosso che portano anche oggi, lo stesso nome della chiesa.  Si  trova  sulla strada provinciale che collega Suvereto a Sassetta e fu sede di una comunità di eremiti agostiniani, dediti alla preghiera, alla meditazione e all’accoglienza dei numerosi viandanti, come testimoniano i ruderi sparsi nei dintorni, inghiottiti dalla vegetazione.  Benché la sua struttura sia ormai abbandonata a se stessa,  nonostante i segni del tempo, l’edificio mostra ancora nel suo fiero stile romanico,  la singolare volta a botte spezzata intercalata da un arco proveniente da 2 semipilastri sulle pareti laterali. Sulla facciata, che guarda il piccolo fosso,  si apre il portale,  con arco a tutto sesto, sovrastato in alto da una finestra.                                                              Una leggenda narra che questa chiesa fosse la novantanovesima delle 100 chiese che la Contessa di Canossa avrebbe dovuto costruire per poter ottenere dal papa, l’autorizzazione per la celebrazione della messa.

Rifocillati dalla gradevole sosta, osserviamo la struttura della vecchia chiesa e approfittiamo per dissetarci e per riempire le nostre borracce con la fresca acqua della sorgente.

La sorgente era utilizzata fin dal XII° secolo, epoca in cui fu edificata la vicina chiesa. Nel 1884, data la copiosità dell’ottima acqua, il comune di Suvereto costruì un acquedotto per l’approvvigionamento  del paese e  progettò la nuova fonte, così come la vediamo oggi.

Riprendiamo il cammino verso dx, lungo la via  asfaltata che ci condurrebbe dritti all’abitato di Prata.  Ma dopo pochissime decine di metri di cammino, in direzione Sud, notiamo  dei segnavia che ci invitano a seguire  un piccolo sentiero sulla dx, che scorre poco più in alto, parallelo al tracciato della strada.  Probabilmente potrebbe trattarsi di un vecchio percorso  utilizzato in passato dai carbonai, dai raccoglitori di sughero e dai taglialegna, dato che fino in tempi non molto lontani, queste attività erano molto fervide e costituivano vere fonti di ricchezza per tutta la zona.  L’ambiente intorno a noi è costituito infatti da un ricco bosco e numerose sughere accompagnano tutto il nostro cammino.

Giunti a un incrocio di piccole strade, che  dopo circa 500 metri di cammino dall’asfalto,  ci appare davanti all’improvviso,  faremo  particolare attenzione, perché dovremo girare a sx, (Coord 43°06’04,1’’N-10°39’01,5’’E), fino a sbucare in spazi aperti dove si scorgono grandi casolari e poderi ristrutturati. Ora è di nuovo la campagna coltivata  e i grandi oliveti che predominano su tutto il paesaggio e proseguendo ancora per un breve tratto ci troveremo nel mezzo al piccolo abitato di Prata, antico borgo di origine cinquecentesca, da sempre dimora di taglialegna e carbonai.

A questo punto abbiamo di fronte a noi due opportunità per concludere l’ultimissimo tratto del nostro cammino e noi optiamo per seguire il sentiero n1. Voltiamo verso sx scendendo una piccola stradina del paese e subito dopo, in quello che pare essere il centro dell’abitato, guidati sempre dai segnavia, giriamo a dx, lambendo prima un parcheggio e di seguito la recinzione di una residenza rurale. Camminiamo su una piccola e sassosa carrareccia in continua e leggera discesa, per un tratto  sinceramente poco interessante, che lambisce  orti abbandonati e vecchie strutture di pollai fino a che, dopo il piacevole passaggio di un inaspettato, limpido fossetto,  sbuchiamo in prossimità di ampi coltivi  e strutture di case coloniche.  Oltrepassiamo un canneto e  ci mettiamo nel grande campo verde  che ci separa di poche centinaia di metri dalla fine del nostro cammino, riportandoci al luogo dove ci aspetta la nostra auto.

Nonostante la lunghezza e il notevole dislivello, rendano questo percorso piuttosto impegnativo, sarà sicuramente la varietà degli ambienti e la loro ricchezza naturalistica, paesaggistica e storica a mitigare la stanchezza durante tutto il cammino.  Accompagnati da un susseguirsi iniziale di morbide colline d’olivi, attraversiamo fitti boschi punteggiati di rossastre querce sughere, che pian piano lasciano spazio a percorsi sassosi, quasi montani, fino alla cima del monte, bianca di roccia calcarea. Un ambiente sorprendentemente piacevole e diverso dal solito, dove tra le tipiche, preziose fioriture, ci tuffiamo nella  vastità degli sconfinati panorami.