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Data: 24/03/2023 
Verificato il: ../../....
Difficoltà: E
Distanza percorsa: 19 km 
Salita accumulata: 682 m
Discesa accumulata: 872 m 
Altitudine massima: 573 m
Altitudine minima: 178 m 
Pendenza max: 24 %
Pendenza media: 7,7 % 
Altitudine P.: 554 m A.: 354m
Durata: 5:45  + soste
Note: Niente da segnalare.
Indicazioni stradali per il punto di partenza dell'escursione   

Coordinate punto di partenza
43°12'36.43"N 10°54'17.72"E

Attrezzatura
consigliata

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DESCRIZIONE

Una piacevole traversata che come sempre lega il nostro modo di camminare alla voglia e alla curiosità di scoprire, che ci ha portato a collegare non solo idealmente, Castelnuovo con Pomarance, due tra i paesi più importanti della Val di Cecina.
Partiremo infatti dallo storico “Piazzone di Castelnuovo”, antico e moderno punto di aggregazione per i suoi abitanti, conosciuto e apprezzato per la sua piacevolezza anche nei paesi vicini, tanto che ancor oggi è meta di distensive passeggiate domenicali.
Lambendo quindi in parte le vallate del Pavone e del Possera, arriveremo a Pomarance, proprio nei pressi del suo amato “Piazzone”, anticamente ideato e costruito con lo stesso scopo, come a sottolineare la similitudine dei modi di vita, delle tradizioni, della cultura che anche in passato univa la storia dei nostri borghi. Collegheremo i due “Piazzoni”, cuori pulsanti di due comunità diverse, luoghi di festa e di spensieratezza, percorrendo strade inconsuete, sconosciute, ma ricche di punti di interesse paesaggistici, naturalistici e storici, che in un lontanissimo passato già avevano collegato le due comunità.

Raggiunto il paese di Castelnuovo potremo lasciare comodamente le auto nel parcheggio che affianca il Piazzone, da cui fin da subito avremo modo di ammirare la piacevole veduta dell’arroccato borgo medievale, incorniciato dai rilievi della Cornata e della Carlina.
Da qui, costeggiando il muro della Villa Ginori-Conti, oggi di proprietà Enel, attratti dalla bella fontana zampillante, ci porteremo per una breve visita, nei pressi dei giardinetti del ‘Piazzone’, punto di inizio del nostro itinerario, quindi proseguiremo per un breve tratto sulla ‘Provinciale delle Valli del Pavone e del Cecina’, fino a oltrepassate le ultime case del paese. Troveremo sulla sx dei cartelli che ci indicano la Via di Caspeci e da qui lasceremo l’abitato di Castelnuovo per immergersi nella bella campagna che sovrasta la valle del torrente Pavone.

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Il ‘Piazzone’ di Castelnuovo, attualmente si presenta come un curato giardino pubblico, con annesso parco giochi, punto di incontro dei Castelnuovini, apprezzato in estate per la sua posizione ombreggiata, soprattutto nei pressi della fontana. L’ampio spazio impreziosito anche con gruppi scultorei è totalmente immerso nel verde, abbellito con alberature di cedri del Libano, tigli e platani. Spesso è utilizzato per ospitare feste paesane come la ‘Sagra della Castagna’, o come ritrovo di manifestazioni sportive. Anticamente era conosciuto come ‘Piazzale di Lanfredina’ e solo dopo l’Unità d’Italia, data la sua posizione strategica alla confluenza delle strade per Volterra, per Siena e per la Maremma, venne trasformato in un grande spazio per feste popolari e principalmente per esposizioni e fiere del bestiame, come ci ricordano alcuni vecchi ganci presenti nel muro che sorregge la strada.

 Seguiremo sempre la comoda piccola strada asfaltata che lambisce alcuni bei casali ristrutturati, mostrandoci continuamente sulla nostra dx, i panorami della vallata del Pavone sovrastati dal massiccio della Cornata mentre dalla parte opposta, le torri refrigeranti della vicina centrale geotermica di Castelnuovo, sembrano osservarci dall’alto.

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Ignoreremo tutti i piccoli incroci di stradine private sia sulla dx, che sulla sx, che porterebbero alle rispettive curate residenze, che via via si mostrano vicino al nostro percorso e proseguiremo seguendo sommariamente dei segnavia bianchi e rossi fino a raggiungere un incrocio più ampio, lambito sulla sx dal rudere di un vecchio fabbricato. Qui abbandoneremo la comoda strada, per imboccarne una che si apre sulla nostra dx, sempre segnalata dai segnavia.
Ancora più avanti dovremo di nuovo ignorare un altro bivio che indica una villa ristrutturata. Noi naturalmente proseguiremo leggermente a dx, fino in prossimità di un ennesimo incrocio per ‘Podere Campolungo’, dove è presente anche un cartellone esplicativo della sentieristica. A questo punto il nostro cammino diventerà una piccola strada di bosco piuttosto frequentata anche dai lupi, data la presenza dei numerosi escrementi.
Noteremo una vegetazione più disordinata, causa un recente taglio di bosco a tratti ancora in corso, che in gran parte del percorso, ha causato profondi solchi sulla nostra stradina.
Comunque procederemo ugualmente spediti, quasi sempre in leggera discesa apprezzando via via, la presenza di grandi querce ricoperte da ciuffi di vischio quercino.

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Comunque procederemo ugualmente spediti, quasi sempre in leggera discesa apprezzando via via, la presenza di grandi querce ricoperte da ciuffi di vischio quercino.
Superati alcuni brevi tratti piuttosto fangosi giungiamo in prossimità di uno slargo, dove dovremo obbligatoriamente voltare a sx e porre particolare attenzione in quanto da questo punto per circa 1km e mezzo, non troveremo più nessun segnavia!
Continueremo fino a un piccolo valloncello dove è presente un recinto metallico di una tubazione dell’acquedotto e sulla destra apparirà maestosa la vista della Rocca Sillana, che sovrasta un paesaggio di terre giallastre.
Da questo punto, supereremo una ripida salita di poche decine di metri che ci porterà in un tratto pianeggiante fino ad oltrepassare il piccolo ‘Botro delle Quercettaie’, a circa 5 km totali dall’inizio del nostro viaggio.
Questo piacevole tratto di strada ci porterà ad intercettare la piccola sterrata proveniente da Larderello dove proseguiremo verso dx, in direzione del podere-agriturismo l’Apparita.

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Ignorando svariati incroci con altre sterrate che conducono nella campagna adiacente, camminiamo ora in maniera spedita tra stupendi panorami che si affacciano verso dx sulla Valle del Pavone e dalla parte opposta, su quella del Possera. Di fronte invece, Montecastelli e poco più in basso la maestosa Rocca Sillana che sembrano vigilare sul borgo di S.Dalmazio, accoccolato tra la vegetazione che lo circonda.
I colori della terra lavorata, intervallata dal verde dei prati aggiungerà un tocco magico a questo stupendo paesaggio, che ci accompagnerà ancora per qualche centinaio metri, fino a lambire l’Apparita e a raggiungere la strada asfaltata.
(Dobbiamo solo essere prudenti, quando passeremo vicino all’agriturismo dell’Apparita, perché spesso la presenza di due cani, lasciati liberi, potrebbe creare qualche disagio).
Giunti alla provinciale per Montecastelli, la attraverseremo proseguendo in direzione della Rocca Sillana, voltando però subito dopo poche decine di metri sulla sx, in un vecchio percorso rimesso in luce dal taglio della vegetazione, che ci porterà a riscoprire una antica fonte medievale, dove si racconta che il generale Garibaldi in fuga verso Cala Martina, la notte del primo settembre 1849, avesse fatto dissetare il suo cavallo.

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 Proseguiamo avanti ancora per un centinaio di metri fino ad attraversare la strada asfaltata di Lanciaia e portarci per una breve, doverosa visita verso i resti dell’antica Pieve di S. Giovanni e alla magnifica roverella secolare che le sta davanti.(Approf: Pieve S. Giovanni)

 Ripercorreremo indietro il breve tratto che ci riporta di nuovo fino all’asfaltata di Lanciaia che attraverseremo, seguendo la stradina sulla nostra sx, detta di ‘Caserta’, che ci accompagnerà verso il borgo di S. Dalmazio.

 Dopo un ultimo tratto in discesa, giungeremo nella piazzetta del paese, dove ci soffermeremo incuriositi dalla sua “bestia”. Dopo ci incammineremo per la salita verso la chiesetta della Purificazione e attraversando l’antica porta ci immetteremo nel borgo tra i suoi curatissimi vicoletti. Prima di arrivare alla parte alta del paese, passeremo davanti all’antica residenza dei Serafini, dove soggiornò Garibaldi durante la sua fuga e dove nelle vicinanze venne arrestato il partigiano Elvezio Cerboni.

(Approf: S. Dalmazio)

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Una volta terminata la visita, imboccheremo di fronte a noi un percorso, chiamato popolarmente ‘Insedici’, una delle antiche vie per Rocca Sillana, che ci farà raggiungere il piccolo santuario della ‘Madonna della Casa’, dove ci fermeremo per qualche attimo per raccontarne la storia.

 Si racconta che nel 1727 Giovanni Antonio Baroni, proprietario del podere ‘La Casa’ , fosse rimasto miracolosamente illeso, per intercessione della Madonna, dopo una rovinosa caduta da un albero. Così nel punto dell’evento venne fatta costruire una chiesetta intitolata alla ‘Madonna della Casa’, inaugurata nel 1731 e diventata in seguito meta di pellegrinaggi e solenni festeggiamenti. Durante una successiva ristrutturazione della chiesetta, scaturì ai piedi delle sue mura, una polla d’acqua ritenuta anch’essa miracolosa.

 Dopo la breve visita, che inevitabilmente ci porta anche ai resti della sorgente miracolosa, che si trova dietro l’edificio religioso, proseguiremo il nostro viaggio, imboccando la ripida discesa, in direzione di Calameto.

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Costeggiando all’inizio un bosco misto che nel periodo autunnale, è meta di cercatori di funghi, proseguiremo attraversando una scamporata dove incontreremo prima diversi castagni, poi dei maestosi pini che sembrano impreziosire l’ambiente, continuando sempre a scendere un lungo tratto di bosco di pini impiantati che si alternano alla macchia mediterranea. Dopo aver camminato a lungo nella boscaglia, a tratti più fitta, arriveremo a scorgere davanti a noi i caratteristici ruderi del vecchio podere dove scegliamo di fermarci in un accogliente spazio per rilassarci e consumare il nostro pranzo. Naturalmente scurioseremo anche intorno ai ruderi del vecchio casale di Calameto, prima di rimetterci in cammino verso il torrente Possera.

 Dopo la breve pausa, ancora in costante discesa, ci accompagnerà di fronte a noi la vista delle grandi pareti di tufo su cui in antichità sorgevano il Castello e la Chiesa di Acquaviva, da dove proviene in grande Crocifisso ligneo che si trova sull’altare maggiore della chiesa di Pomarance; quindi proseguiremo fino ad arrivare in un grandissimo campo che precede di poco il guado del torrente Possera.

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 Il Possera, affluente di sx del Cecina è lungo appena 16 km; nasce dal rilievo ‘Aia dei Diavoli’ , di 875m, nei pressi di Castelnuovo. Purtroppo fino a metà degli anni ‘70, causa le sostanze reflue della lavorazione del boro e della colemanite, che venivano riversate nel torrente, risultava fortemente inquinato, con presenza rilevante di acido cloridrico e borico, che lo coloravano di una poltiglia grigiastra. Oggi non più sfruttato come discarica, il corso del Possera è di nuovo limpido e le sue acque sono popolate da pesci e piccoli granchi.

 Guaderemo con facilità il torrente in un punto in cui le caratteristiche rocce serpentine formano ampie pozze di acqua limpidissima, dove sarà facile notare la presenza di alcuni guizzanti pesciolini.
Da questo punto, la costante salita, sarà alleggerita via via dalle belle vedute che si aprono sulla vallata circostante e sul lontano ‘Pian dei Cavalieri’ di cui si raccontano leggendarie battaglie e ritrovamenti di armi di epoca romana.
Percorreremo il tratto fino a incontrare la sorgente della ‘Doccia’ per proseguire quindi verso dx, sulla piccola strada asfaltata in direzione del ‘Poggio degli Arenicci’, superando piccoli incroci che conducono ai caratteristici agriturismo della zona, fino a lambire alcuni grandi lecci e un’oliveta secolare in prossimità del podere ‘Le Stoppiacce’.

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Nel 1912 sul poggio degli Arenicci vennero casualmente scoperte da dei contadini 7 tombe scavate nel tufo, presumibilmente di epoca neolitica, risalenti a 3000 anni fa. Al loro interno furono rinvenuti diversi oggetti tra cui: punte di freccia in silice, lame e asce in rame, vasellame, fibule e armille in bronzo e altri frammenti di lame in ferro. Tutti gli oggetti sono esposti nel piccolo museo ‘Guerrieri e Artigiani’ di Pomarance.

 Da questo punto, spaziando sui sontuosi panorami della Rocca Sillana e delle verdi colline che ci circondano, proseguiremo seguendo la piccola strada vicinale che ci porterà verso il bel podere di S.Vittore e successivamente verso l’agriturismo ‘Poggiamonti’, che supereremo portandoci in direzione della strada comunale del ‘Palagetto’.
In questo punto potremo ammirare le affascinanti olivete del ‘San Francesco’, che ricoprono tutta la collinetta sorretta e delimitata da ampi muri a secco, che come in una piccola fortezza, accolgono innumerevoli piante di olivo.

 Il podere S. Francesco detto in passato ‘Poggiamontino’, in quanto la piccola collinetta su cui si trova era già descritta su antiche carte col toponimo di ‘Poggio al Montino’, adiacente a un altra piccola altura detta ‘Poggio ai Monti’. Impossibile da accertare con sicurezza, se la piccola collina abbia anticamente ospitato un eremo, o come si dice, fosse addirittura luogo sacro agli Etruschi. Di certo si sa che il vecchio podere fu acquistato dalla famiglia De Larderel, che nel 1938 lo restaurò completamente, come ricorda una lapide e uno stemma sulla facciata principale.

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 Dopo aver costeggiato tutta l’oliveta, passeremo di fronte alla grande edicola religiosa di S. Margherita e dopo poche decine di metri, imboccheremo sulla nostra sx una comoda stradina asfaltata che ci porterà verso il torrente dell’Arbiaia. La piacevole strada, tutta in discesa ci accompagnerà spaziando su belle vedute della Vallata del Cecina, su Volterra e soprattutto sulle vicine ‘Grotte’ di Pomarance. Superati alcuni vecchi poderi ristrutturati, scendiamo decisamente verso il piccolo corso d’acqua dell’Arbiaia (anticamente chiamato Albiaia per le sue acque chiaresfruttate per ben 3 mulini), per risalire tutto il ‘Viottolo di Sbindo’, un piccolo percorso che congiungeva le antiche ‘conce pomarancine’ e che ci porterà fino al Marzocco, la parte più antica del paese.
Una volta percorso il panoramico stradello, giungeremo sempre in salita a lato della Caserma dei CC e ai resti di una torre medievale, che supereremo portandoci in direzione della parte più antica del paese, sfiorando l’ottocentesco Palazzo de Larderel e immetterci attraverso la ‘Porta Orciolina’ nel cuore storico di Pomarance. (Approf: cuore storico di Pomarance)
Continueremo attraversando la medievale piazzetta Cavour e subito dopo la Porta di Piazza detta anche Porta a Casolle, in quanto si dipartiva da questo punto una antica strada per Casole. Scenderemo quindi le ultime decine di metri che ci faranno finalmente giungere al Piazzone di Pomarance, meta finale del nostro itinerario.

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Su proposta del Consiglio Comunale il giorno 6 maggio 1878 viene decretata la costruzione di un grande piazzale in prossimità di Via dei Fossi, per accogliere le fiere del bestiame: un lavoro deciso con urgenza per…<<somministrare occupazione alle classi bisognose del Comune>>….
Per la sua costruzione furono espropriati i terreni dei signori Emilio Bicocchi e del Conte Florestano de Larderel, versando rispettivamente in loro favore L. 417 e L. 403, quindi furono ordinati n. 38 castagni d’India per abbellire il nuovo piazzale.
Oltre alle fiere del bestiame, durante le festività nel grande Piazzone si correva il ‘Palio della Tonda’, una tradizionale corsa di cavalli con fantino. Verso i primi del 1900 il Piazzone diventò un campo da calcio per la neonata squadra amaranto del Pomarance. Fino ad ospitare, dal 1960 il ‘Palio Storico delle Contrade’ ritenuto unico in tutta la Toscana e in Italia, dove i quattro rioni del paese si sfidano ‘a colpi di teatro’ con rappresentazioni teatrali di ottimo livello.

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