Pianta erbacea a ciclo biennale, alta da 20 a 50 cm, con robusta radice fittonante e numerose piccole radici secondarie.
Il fusto è robusto, ruvido, prostrato e ascendente, ramificato alla base con numerosi rami angolosi verso l'alto.
Le foglie sono di color verde-grigio suddivise in 1-3 segmenti, dentellate e spinescenti ai bordi. E' presente una rosetta basale di foglie che scompare al momento della fioritura.
L'infiorescenza è composta da numerosi capolini tubulosi, solitari, (20-40) di colore rosa-violaceo, raramente anche bianco, avvolti nelle foglie superiori, larghi fino a 3 cm di diametro. Le brattee dell'involucro sono dotate di forti spine giallastre, lunghe un paio di centimetri, accompagnate alla base da due coppie di spine più corte. (3-5mm).
I frutti sono costituiti da acheni globosi di 2-3 mm, di colore bianco con strie scure, leggermente compressi al centro, privi di pappo.
Anticamente le foglie e i fiori di questa pianta venivano usati come infuso per le apprezzate proprietà toniche, antinfiammatorie, antifebbrili e diuretiche.
Oggi benché la pianta sia presente nella maggior parte delle regioni dell'Italia centro-meridionale, è da ritenersi esposta ad un certo rischio di rarefazione, causato dai mutamenti ambientali ad opera dell'uomo.
Si pensa che il suo nome, come tutte le altre Centauree, possa essere dedicato a Chirone, il centauro che avrebbe curato le sue ferite con decotti di piante appartenenti a questo genere.
L'epiteto proveniente dalle parole latine 'Calcx e Trappa=calcagna e trappola', descrivono la forma spinosa delle brattee intorno ai capolini, che ricordano il 'tribolo', un' antica arma-trappola a forma di palla, irta di 4 punte che nascosta in terra, doveva essere di ostacolo all'avanzata dei cavalli dei nemici.
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