cdg-f-luppolo-selvatico   Nome scientifico: HUMULUS LUPULUS
  Nome comune: LUPPOLO SELVATICO
  Famiglia: Cannabaceae
  Fioritura: Luglio-Settembre
  Habitat: Predilige ambienti umidi e freschi con suoli fertili. Spontaneo lungo le rive di fiumi, fossati, torrenti e ai margini dei boschi umidi. Raro nelle regioni del Sud Italia. Fino a 1200 metri.


Descrizione

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Pianta perenne lianosa e rampicante con robusto rizoma ramificato da cui si dipartono in primavera una serie di esili fusti di consistenza legnosa, che possono raggiungere la lunghezza di 6/8 metri. Hanno evidenti striature scure in cui sono inserite delle brevi spine di supporto alla pianta per sostenersi ed attorcigliarsi intorno al altre piante.

Le foglie sono caduche, opposte, di color verde brillante, cuoriformi-palamte formate da tre lobi dentellati. Sono sostenute da lunghi peduncoli provenienti dai nodi del fusto e hanno una superficie ruvida al tatto, leggermente resinosa nella parte inferiore. Quelle posizionate più in alto, nel tratto dell’infiorescenza femminile, non presentano lobi e sono generalmente intere e alterne.

 

Le infiorescenze sono portate su piante separate. Quelle maschili lunghe circa una decina di cm, sono riunite in pannocchie pendule formate da piccoli fiori con 5 petali e 5 stami di color verde-giallastro.

I fiori femminili invece sono simili a una pigna ovoidale, di consistenza cartacea biancastra. L'impollinazione è affidata al vento.

I piccoli frutti sono acheni grandi appena 3 mm, color grigio chiaro. Questi sono ricchi di ghiandole resinose che secernono una sostanza dal sapore amarognolo che fin dal secolo XIII° vengono aggiunti alla birra, non solo per conferirle quel caratteristico e piacevole aroma, ma anche per renderla più limpida e schiumosa.

 

Il Luppolo oltre alle sue proprietà aromatizzanti, viene usato in fitoterapia come sedativo per combattere nervosismo, insonnia e depressione.

E’ pure utile nei disturbi della menopausa per contrastare la carenza di estrogeni. Per i suoi effetti soporiferi, una volta veniva introdotto del luppolo essiccato nell’imbottitura dei guanciali per favorire il sonno.

I lavoratori, addetti a trattare il Luppolo, nelle antiche fabbriche di birra, erano costretti a interrompere periodicamente il loro turno di lavoro, per non rischiare di cadere addormentati. I giovani germogli della pianta, raccolti in primavera, si possono utilizzare come gli asparagi nella preparazione di frittate, minestre, risotti ed altre preparazioni gastronomiche tipiche regionali.

 

La denominazione scientifica deriva con probabilità dalle parole latine “Humulus” = terra fertile e umida e “Lupulus”, diminutivo di lupo per indicare la forza rustica e selvaggia di questa pianta.

 

Fotografata nei pressi del Masso delle Fanciulle.

                    



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Luppolo selvatico  -  Humulus lupulus