Caselli…. una Riserva di sorprese

 
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 Coordinate punto di partenza: 43°13'50.29"N 10°43'2.35"E google maps   download1 
 
cane guinzaglio  estate no 
Data   16/01/2022 Verificato il  ../../....
Distanza percorsa   15.7 km Difficoltà E
Salita accumulata   700 m Discesa accumulata 700 m
Altitudine Massima   480 m Altitudine Minima 132 m Note
Altitudine partenza:   134 m Altitudine arrivo 134 m Niente da segnalare.
Dislivello partenza-arrivo   0 m Dislivello Massimo 350 m
Pendenza massima   24,8% Pendenza media 10%
Durata   07:36:00 Tempo in movimento 05:14:00
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DESCRIZIONE

Una piacevolissima passeggiata che attraverso le mete simbolo di questa riserva naturale, ci porterà a scoprire interessanti luoghi meno conosciuti e altre piccole curiosità che renderanno un po’ speciale questa nostra escursione.

 Provenienti dalla ‘Provinciale dei quattro Comuni’ raggiungeremo come sempre la sbarra della Riserva di Caselli e inizieremo da qui il nostro cammino seguendo la comodissima strada bianca che la attraversa.
Fin da subito la nostra passeggiata, inizierà con una breve, leggera salita continuando sempre tra la maestosa vegetazione a prevalenza di cerri e lecci, alternati via via da spazi colonizzati dalla macchia mediterranea. Non sarà difficile in questo tratto di strada, incontrare anche tracce di lupi, che da diversi anni in questa zona della Riserva sono oggetto di accurati studi e censimenti continui.

 A circa 1km e 200 dalla partenza raggiungeremo un primo grande incrocio, in cui dovremo proseguire sulla sx, in quanto dalla parte opposta andremmo verso il laghetto e la fattoria di Caselli. Da questo punto, proseguiamo sempre in leggera discesa, fino a trovare un piccolo ponticello protetto da una staccionata di legno. Impossibile non fermarci per qualche foto ed ammirare lo zampillante Rivivo, un piccolo caratteristico corso d’acqua immerso in una lussureggiante vegetazione dove spiccano anche altissimi pioppi tremuli.

220123 poggicciola 001 Il piccolo torrente Rivivo, prima di gettarsi nel Trossa, custodisce nella parte terminale del suo corso, i ruderi di due antichi mulini ad acqua a ruota verticale di datazione incerta, anche se la loro presenza sembra risalire al 1300. Quello più a monte, anticamente detto ‘Molino del Rivivo’ ci mostra ancora i resti della grande gora e di alcune macine di pietra; più a valle invece si trovano i ruderi dell’ ‘Edificio della Scorza’, un mulino che prevedeva moliture di ogni tipo di cereale e di castagne. Mantenendo le macine diversamente distanziate poteva passare a vari gradi di macinatura, fino alla più raffinata che escludeva la crusca, su richiesta dei ‘signori’ della zona.

 Continuiamo da questo punto, sempre seguendo la strada bianca finché dopo circa 3 km complessivi dall’inizio dell’escursione, inizieremo a sentire il rumore scrosciante dell’acqua, proprio dove alcuni cartelli ci indirizzano verso le ‘Cascatelle dello Sterza’. Lasceremo quindi la strada per portarci su un piccolo viottolo sulla sx, che in circa 150 m di discesa, talvolta un po’ scivolosa, ci porterà sull’alveo del torrente.
Qui ci accoglierà lo spettacolare salto d’acqua, che scendendo fragorosa da circa 4-5 metri di altezza, si getta nel sottostante pozzo cristallino. Intorno larghe piattaforme di rocce stratificate ci invitano ad attraversare il torrente per ammirare i numerosi ciuffi di capelvenere seminascosti da rigagnoli gocciolanti.

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 Dopo le immancabili foto, ripercorriamo indietro lo stradello che ci accompagnerà a ritrovare la nostra strada bianca, dove proseguiremo in leggera discesa, sempre sulla sx, fino ad attraversare il ponte sullo Sterza. Da qui volteremo decisamente ancora a sx, accolti dalla maestosità del ‘Bosco di Renzano’, un’area boscosa a prevalenza di cerri, carpini e frassini meridionali, segnalata tra le più interessanti della Toscana.

 220123 poggicciola 001L’ampia strada ombrosa che lo attraversa, nonostante la leggera costante salita ci porterà ad ammirare le caratteristiche di questo piacevolissimo ambiente col suo particolare bosco di alto fusto e le stratificazioni di rocce che lo intervallano e soprattutto la ricchezza d’acqua, tanto che incontreremo la struttura di un vecchio acquedotto, che ora appare un po’ disordinata.
Ancora più avanti noteremo sulla sx, un’altana di tubi di ferro, che probabilmente in passato veniva utilizzata per l’osservazione e lo studio dei volatili della Riserva e proprio accanto ad essa ha inizio il percorso che in seguito utilizzeremo per scendere fino al torrente Rivivo.
Ignorando l’incrocio, proseguiamo sempre sull’ampia strada in leggera salita fino a raggiungere uno spazio che fa da confine alla riserva e dove alcuni cartelli esplicativi ne illustrano le caratteristiche. Verso dx invece, seminascosti dalla vegetazione si possono intravedere dei ruderi, che fanno immaginare una porcareccia o un vecchio edificio legato all’attività dei boscaioli.
In questo punto lasceremo la comoda strada e seguendo ancora la segnaletica bianco-rossa ci introdurremo in un percorso un poco più impegnativo, che sale verso Poggicciola, ma che saprà ugualmente regalarci la magica atmosfera del bosco che ci circonda.
220123 poggicciola 001In poco più di 1 km, dove la salita comincerà ad attenuarsi, lasceremo il fitto del bosco per passare a una vegetazione che alterna la macchia mediterranea alla presenza di numerosi cipressi e pini impiantati, intervallati da grandi spazi ricoperti da stratificazioni di roccia calcarea, talvolta riunita dall’uomo in grossi cumuli che attirano la nostra attenzione. Da questo punto inizieremo di nuovo a spaziare sui bei panorami, che verso sx ci mostrano le familiari Colline Metallifere, mentre sul lato opposto, pian piano si comincerà ad intravedere il mare, finché una volta giunti sul piccolo altopiano di Poggicciola saremo catturati dalla bellezza di affacci straordinari.
In cima a una collinetta di 480 metri, dominano i ruderi dell’antico casale di Poggicciola che in compagnia di una enorme quercia plurisecolare, sembrano raccontare la loro storia all’imponente Castiglioncello di Bolgheri, che proprio di fronte in lontananza, si affaccia sul mare e sulle isole del nostro Arcipelago. (Approf: Castiglioncello di Bolgheri)

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Dopo le innumerevoli immancabili foto, catturati da questa atmosfera magica, decidiamo di fermarci nei dintorni per consumare il nostro consueto spuntino. Quindi ripartiremo per lo stesso tragitto fatto all’andata che, sempre in discesa, ci accompagnerà fino all’altana che avevamo notato in precedenza.
Esattamente accanto ai vecchi tubi metallici della struttura, individueremo un percorso segnalato, che attraversando uno dei tratti più estremi del Bosco di Renzano, ci porterà sempre in ripida e insidiosa discesa a guadare il torrente Sterza, proprio nel punto in cui il Rivivo si getta nelle sue acque limpidissime.
Superato il guado ci dirigiamo per poche decine di metri verso dx tra la vegetazione, in direzione della confluenza dei due torrenti, sbucando di fronte a una grande cavità che abbiamo rinominato scherzosamente  'Tana del Lupo’.

 220123 poggicciola 001La Sterza è un torrente limpidissimo lungo circa 25 Km che nasce dal Poggio Capanne, attraversa in parte la Riserva di Caselli per gettarsi nel Cecina nei pressi di Casino di Terra. E’ conosciuto per le sue famose cascatelle e per la natura incontaminata che lo circonda, scelta come habitat anche dal merlo acquaiolo. Un’altra piccola curiosità che riguarda il torrente riporta al 2006, quando sulla riva destra della Sterza in prossimità della confluenza col Ritasso, suo affluente di sx, venne rinvenuto un reperto fossile di probabile età pliocenica che consiste in una pinna caudale da attribuire ai ‘misticeti’, databile al Pliocene inferiore medio. 220123 poggicciola 001Attualmente l’importante reperto è conservato a Livorno nel Museo di Storia Naturale del Mediterraneo.

 Da qui proseguiremo con estrema cautela per un tratto sull’alveo del Rivivo, attraversandolo un paio di volte per cercare il passaggio migliore che ci porterà in prossimità dei ruderi del primo mulino, anticamente detto ‘Edificio della Scorza’ e quindi di un secondo rudere che veniva chiamato ‘Molino del Rivivo’. Noteremo nei dintorni, la presenza di alcune grandi macine di pietra che servivano a frantumare i cereali e dietro ai ruderi di ogni edificio, il grande spazio che occupava la ‘gora’ dove tramite un canale, veniva convogliata l’acqua del torrente.
Tutto quanto, immerso nel fantastico ambiente creato dal piccolo corso d’acqua, con la sua particolare vegetazione, dove trovano spazio anche numerosi arbusti di Agrifoglio spontaneo.

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Dopo aver costeggiato i ruderi dell’ultimo mulino, risaliremo attraverso un viottolino per congiungerci al sentiero principale che ci accompagnerà fino al ponticello, già oltrepassato in precedenza per raggiungere le cascatelle.
Naturalmente volteremo verso destra e subito dopo aver attraversato il ponte, ci porteremo dalla parte opposta della strada per seguire l’indicazione bianco-rossa su una pietra, che ci inviterà a salire sulla nostra sx in direzione della Fattoria di Caselli.
220123 poggicciola 001220123 poggicciola 001Attraverseremo un primo tratto tra piccoli ginepri e altri arbusti della macchia mediterranea per continuare in decisa salita in una stupenda lecceta che ci accompagnerà fino alla fattoria. Cercheremo di smorzare un po’ la fatica della ripida ascesa, cercando di individuare tra le belle rocce silicee, i luccicanti arabeschi delle cristallizzazioni di quarzo seminascoste dal muschio, finché individueremo le mura del piccolo cimitero abbandonato di Caselli, che si allungano dietro la chiesetta.
A questo punto superata la chiesa e il filare di cipressi secolari, ci troveremo davanti alla struttura della grande fattoria.

 220123 poggicciola 033Descritta da Repetti come “…..Caselli o Caselle un ‘castellare’ sulla dorsale di Poggio al Pruno…..sulla riva sinistra del Torrente Sterza a quattro miglia toscane a settentrione di Monteverdi……..al confine con la repubblica di Pisa, dato in feudo nel 1186 da Arrigo VI° a Ildebrando Pannocchieschi vescovo di Volterra……”(Approf: Fattoria e laghetto di Caselli)

 220123 poggicciola 001Ci concediamo qualche attimo per riposare, curiosando intorno e raccontando la storia che riguarda questo importante luogo, prima di riprendere il cammino in direzione del laghetto, ultima importante tappa di questa bella ed emozionante escursione.
Continuiamo il percorso nella comoda discesa che inizialmente costeggia la superba lecceta con i suoi esemplari plurisecolari e che in poche centinaia di metri ci porterà fino al laghetto dove sarà doverosa una breve sosta per apprezzarne tutte le particolarità.
Quindi ci porteremo di nuovo sulla comoda strada bianca, che volta leggermente verso destra, tra resti di vecchie olivete, alti pini e cipressi impiantati, fino a ritrovare il bivio che all’inizio del nostro viaggio ci aveva indirizzato alle cascatelle e al bosco di Renzano.
Naturalmente proseguiremo dritto davanti a noi per ritornare fino alla sbarra, concludendo così la nostra avventura che ci ha portato a scoprire altre innumerevoli preziosità di questa straordinaria Riserva di Caselli, piccolo scrigno delle nostre fiere bellezze!!!

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