L’Osmunda regalis è una pianta erbacea perenne decidua, di grandi dimensioni appartenente a un genere molto antico risalente al Terziario, paragonabile a un fossile vivente. Nel 2014 nelle vicinanze della città di Malmo, nel sud della Svezia, sono stati scoperti reperti fossilizzati di questa pianta, inglobati in depositi vulcanici.
Si presenta con un grosso stipite cespuglioso e fronde sterili e fertili. Le fertili sono dette ‘sporofilli’ (cioè dotate di ‘sporangi’ dette ‘sori’) e hanno una caratteristica pannocchia coperta di accumuli di sporangi marronastri, nella parte superiore. Sono erette, più basse delle sterili e crescono all’interno della pianta in tarda primavera. I rami sterili, invece hanno grandi fronde dal maestoso portamento, che possono raggiungere fino a quasi 2 metri di altezza.
Le foglie sono ampiamente composte da più elementi, con 7-9 coppie di ‘piume’ lunghe fino a 30 cm. Ogni elemento ha forma oblunga, di colore verde intenso, senza peluria.
Nella mitologia venivano raccolte per la loro bellezza, insieme a un rametto di sporangi con lo scopo di allontanare i demoni.
L’Osmunda regalis per lungo tempo veniva raccolta in maniera indiscriminata, poiché i pani di terra contenenti le radici, un volta prelevati, servivano come substrato per la coltivazione delle orchidee. A causa anche del suo ciclo vegetativo molto lento, la pianta ha visto ridursi così tanto il suo areale, al punto di essere ritenuta in pericolo di estinzione. Importanti stazioni si trovano proprio in Toscana, in ambienti umidi, caratterizzati da un microclima particolare.
Il suo nome deriva da due parole norrene (antica lingua nordica): ‘Ass=Dio e Mund=protezione’, in quanto si riteneva che la pianta avesse poteri magici. ‘regalis’ invece è una parola latina che ne descrive il portamento maestoso.
La specie da molti anni è inclusa nelle ‘Liste Rosse’ che ne vietano severamente la raccolta.
Osservata nei boschi intorno al torrente Farma.
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