Rocca e dintorni

anna stefano paolo

7.4 km, 02:38:28

Coordinate punto di partenza: 43°15'44.82"N 10°55'39.31"E   google maps cane-libero estate-no
- Percorso il : 19/05/2018 - Tempo impiegato: 05:10:33 h - Tempo in movimento: 03:08:48 h
- Distanza percorsa: 7,37 km - Dislivello tot. In salita: 350 m - Pendenza: med. 9,7% max. 9,7%
Verificato il: 2-08-2022
- Note --
- Difficoltà : E
linea sep
bot mappa logo minibot traccia
linea sepGalleria foto 26 immagini
  • san-dalmazio_002
  • san-dalmazio_003
  • san-dalmazio_004
  • san-dalmazio_005
  • san-dalmazio_006
  • san-dalmazio_007
  • san-dalmazio_008
  • san-dalmazio_009
  • san-dalmazio_010
  • san-dalmazio_011
  • san-dalmazio_012
  • san-dalmazio_013
  • san-dalmazio_014
  • san-dalmazio_015
  • san-dalmazio_016
  • san-dalmazio_017
  • san-dalmazio_018
  • san-dalmazio_019
  • san-dalmazio_020
  • san-dalmazio_021
  • san-dalmazio_022
  • san-dalmazio_023
  • san-dalmazio_024
  • san-dalmazio_025
  • san-dalmazio_026
  • san-dalmazio_027
  • san-dalmazio_028
  • san-dalmazio_029
  • san-dalmazio_030
  • san-dalmazio_031
  • san-dalmazio_032
  • san-dalmazio_033
  • san-dalmazio_034
  • san-dalmazio_035
  • san-dalmazio_036
  • san-dalmazio_037
  • san-dalmazio_038
  • san-dalmazio_039
  • san-dalmazio_040
  • san-dalmazio_041

DESCRIZIONElinea sep

Rocca e dintorni

san dalmazio 002San Dalmazio uno dei borghi più interessanti del comune di Pomarance,  è conosciuto soprattutto per la vicina e famosa Rocca Sillana, ma nel suo territorio custodisce numerosi tesori  storici, archeologici e paesaggistici di notevole pregio, che ne fanno un luogo ideale per interessanti e piacevoli passeggiate tra il suo variegagato paesaggio.

san dalmazio 003Il nostro tour avrà inizio dalla piccola piazzetta del paese,  dove incastonato nel muro di un vecchio edificio fa bella mostra di sé un curioso bassorilievo di presunta epoca arcaica, che rappresenta la figura di un animale,  chiamato ‘la Bestia di San Dalmazio’.

La rozza figura di un animale che ricorda un vitello, un toro o un montone, è scolpita in una lastra di pietra serena sicuramente più antica del fabbricato che la ospita.  Senza dubbio rinvenuta altrove, dato che per la costruzione di numerosei edifici del borgo furono utilizzate pietre già squadrate provenienti dalla Rocca Sillana e dalla Pieve San Giovanni, si potrebbe ipotizzare che fosse stata messa lì per indicare l'esistenza di una stalla o di un ovile. Forse potrebbe  anche significare  un'arcaia rappresentazione del vitello, simbolo delle antiche popolazioni italiche (Il nome Italia proviene dal greco 'Itales' , da cui il latino 'vitalus'= Italia, inteso come 'terra di  'giovenchi' ). Rimane però un po' misterioso il fatto che la lastra su cui è scolpita la figura, sia di un tipo di pietra che non è presente nelle zone vicine, caratterizzate invece da formazioni tufacee e da serpentiniti.

Da qui inizieremo a salire la piccola strada lastricata, adiacente al moderno fontanello pubblico, addentrandoci nel cuore del piccolo centro storico. Fin da subito si potrà assaporare l’atmosfera  dei vecchi borghi, abbelliti e ben curati dagli abitanti in ogni più piccolo particolare. Poco più avanti di fronte alla chiesetta ‘della Compagnia di Carità’, che troviamo sulla nostra sx, il grande arco della ‘Porta Castellana’  ci introduce  lungo la ripida via, dove si affacciano caratteristiche abitazioni medievali. Gli stretti vicoli, gli archi, i passaggi e le scalette  comunicano tra loro come in un giocoso labirinto.

san dalmazio 007Questo tratto di borgo, ci racconta anche la sua storia più recente, mostrandoci  l' abitazione dove fu tratto in arresto il comandante partigiano Elvezio Cerboni e poco più avanti, la casa dei ‘Serafini’,  che ospitò dal 27 agosto al primo settembre 1849 il generale Garibaldi, braccato dalle truppe austriache durante la sua fuga, come ricorda la lapide di marmo, apposta sulla facciata.      

Proseguiamo il cammino verso la sommità del vicolo, fino a raggiungere una piccola piazzetta adibita a parcheggio dalla quale discendendo leggermente, troveremo sulla dx, l’imbocco del nostro  sentiero, dove un prezioso segnale di legno indica la via per la Rocca.

Ci immettiamo  in decisa salita lungo questo camminamento conosciuto da tutti come  ‘sentiero insedici’, un comodo collegamento tra il paese e il santuario della Madonna della Casa, a tratti scavato nel tufo che ci fa ipotizzare che anticamente, potesse esser stato un’ulteriore via d’accesso verso la Rocca Sillana.

''''Alcune ricerche ci fanno ipotizzare che il toponimo ''insedici'' sia originato  dalle parole 'inselciato' o 'inseliciato' riferito allo strato di ghiaia con cui venivano compattate le stradelle di campagna, affinché le piogge non le rendessero impraticabili. Oltre alla piccola via che da S.Dalmazio conduce ai vecchi poderi e anticamente alla Rocca Sillana, in diverse zone della Toscana, ne esistono altre che riportano lo stesso nome.'''' 

san dalmazio 018Camminiamo nella medesima direzione per circa 200 metri, dove di tanto in tanto si aprono bei panorami sul del borgo di Montecerboli, fino ad incrociare un bivio in cui il sentiero spiana dolcemente e dove terremo la sx. Superato questo tratto più pianeggiante ed ombroso torniamo a salire di nuovo per poche decine di metri, per immetterci nella piccola strada che in brevissimo tempo ci condurrà al santuario della Madonna della Casa e all’attiguo podere.

san dalmazio 010’’’Nel 1727 la famiglia Baroni,  fece costruire nelle vicinanze del loro podere ‘La Casa’, un piccolo oratorio, a seguito di un evento miracoloso. Nel tempo, al piccolo edificio religioso, sono state apportate sostanziali modifiche e vari ampliamenti, che lo hanno fatto conoscere,  soprattutto in passato,  come importante santuario della zona, meta di pellegrinaggi, feste solenni, celebrazioni di matrimoni, nonché luogo di  ritrovo per mercati, fiere e scampagnate.’’’    (approf: Madonna della Casa)

Dopo la doverosa sosta per osservare questo piacevole luogo, ci immetteremo in un tratto di sentiero quasi sconosciuto che con un po’ di attenzione, individueremo sulla nostra sx oltre una carrareccia sterrata,  lungo il ciglio della strada che porta alla chiesa. Questo antico camminamento  ci condurrà in meno di 500 metri a visitare un luogo, noto solo agli abitanti di San Dalmazio, che si spingevano in questo ambiente così ricco d’acqua, per coltivare i loro orti.

 san dalmazio 012Nascosto tra la folta vegetazione infatti, scorre un ruscello anticamente chiamato ‘Rio della Fonte a Sillano’, alimentato dalla sorgente  omonima, che ci appare all’improvviso tra le alte fenditure  tufacee. Il coinvolgente  scenario di questo insolito luogo, alterna alla ricca vegetazione di forra, alti pioppi secolari e rivoli d’acqua fresca, che dalla sorgente seminascosta tra le rocce,  confluiscono in una antica vasca ricoperta di capelvenere e altre piante acquatiche.

‘’’’Sicuramente la ‘Fonte di Sillano’ ha rappresentato un buon approvvigionamento d’acqua fin dall’epoca più antica del fortilizio e si potrebbe ipotizzare  che fosse  già conosciuta anche dagli Etruschi, dati i numerosi reperti recuperati nella zona sovrastante di  suppellettili, vasellame  e vari oggetti relativi a sepolture di epoca eneolitica.’’’’

Riprendiamo il cammino lungo una piccola via che risale nel bosco fino a spuntare in breve tempo sulla strada asfaltata di Lanciaia in prossimità di una panchina posta al margine, all’ombra di alcuni lecci.  Proseguiremo verso sx,  fino a  un primo incrocio, che ignoreremo,  indicante la Rocca di Sillano,  che si apre  di fronte a una grande edicola religiosa.  Continueremo  avanti lambendo prima  il grande podere di ‘Barbiano’ e subito dopo, una seconda strada, sempre sulla dx, che salirebbe di nuovo verso la Rocca. Ignorata anche questa,  continuiamo fino a scoprire gli ampi panorami che  mostrano tra il verde dei campi coltivati, il luccichio del lago del Bulera,  ed oltre in lontananza, gli arroccati borghi di Libbiano e Micciano.

san dalmazio 019‘’’’Il laghetto del Bulera, di natura semi-artificiale brilla incastonato nella piccola vallata solcata dal Botro dell’Acquaviva, vigilato dall’alto della collinetta, dall’omonima fattoria cinquecentesca, il cui toponimo sembra risalire addirittura agli Etruschi. A circa 200 metri oltre lo specchio d'acqua si trovava il Castello di Acquaviva, appartenuto anche alla famiglia Incontri di Volterra. Da qui proviene il pregevole crocifisso ligneo che si trova nella Parrocchiale di Pomarance, traslato dalla chiesa di S.Salvatore di Acquaviva nel 1572, dopo la soppressione della parrocchia.’’’

Marciamo ancora  avanti in leggera discesa fino ad un punto in cui  sul ciglio sx della strada,  all’imbocco di una via sassosa, individueremo una  vecchia croce di legno, posta su di un grande masso di tufo squadrato. Noi seguiremo  il tracciato che si apre sulla dx e che sale in maniera decisa lungo il pendio di roccia serpentina, immaginando che  possa  trattarsi di un’antica via d’accesso al fortilizio di Sillano, per chi proveniva dalla Vallata del Possera e dalla vecchia ‘Via Pomarancina’.  Proseguiamo in maniera decisa lungo il camminamento che si snoda tra i soliti pini impiantati, che frequentemente  ritroviamo in mezzo al viottolo, sdraiati dai temporali e dal vento.

san dalmazio 023Dopo alcune centinaia di metri di di cammino lungo lo scosceso tracciato, possiamo individuare sul sentiero i segnavia bianchi e rossi e poco dopo  tenendoci  sulla sx,  ci troveremo di fronte, la possente mole della  ‘Porta Volterrana’,  rivolta a nord verso la città etrusca, uno dei due accessi principali al fortilizio. La oltrepassiamo e  camminiamo ancora  oltre i box dei servizi igienici, fino a lambire sulla dx,  il perimetro della Rocca,  salendo ancora per pochi metri per raggiungere la terrazza di fronte all’ingresso. Da qui possiamo godere all’orizzonte, le ampie vedute in direzione del territorio senese e volterrano, mentre sotto di noi si apre la profonda e maestosa gola del torrente Pavone.

san dalmazio 026Riprendiamo ora il cammino scendendo le scalette che conducono alle rovine dell’antico villaggio dove si può ancora chiaramente distinguere  il perimetro dei locali delle abitazioni, le cisterne, i forni, i granai e tratti di vecchie mura.  Il tracciato ci riporta verso la strada principale di accesso alla rocca, che noi prenderemo sulla dx per ritrovarci dopo poche decine di metri sotto la grande Porta di San Rocco, oltre la quale gireremo a sx scendendo  il camminamento di gradoni e staccionate, che conduce  al parcheggio delle auto.

Da questo punto continueremo in discesa lungo l’ampia strada d’accesso per voltare a sx, nei pressi del podere ''Il Leccio'' sulla via di Lancia, che percorreremo fino all'imbocco della carrareccia che porta al podere Vivaio. 

san dalmazio 027Camminiamo ora in direzione  SE, seguendo una brutta recinzione metallica elettrificata che delimita un vasto spazio adibito al pascolo dei bovini. Purtroppo la recente chuisura di questo spazio, ha reso inaccessibile il breve tratto del percorso che permetteva di raggiungere  l'ampia radura denominata ''La Serra'', dove si sarebbero potuti  osservare i 4 curiosi buchi rotondi, scavati e allineati con precisione nel banco di roccia tufacea presente nella zona.

‘’’’’Purtroppo non siamo riusciti a raccogliere nessuna notizia certa sulla funzione che in passato, potevano avere questi curiosi fori. Abbiamo solo appreso che tutta l’area adiacente è stata spesso al centro di interesse archeologico e che in tempi relativamente recenti quello spiazzo così piatto e levigato con i relativi fori, veniva utilizzato dai contadini del posto per ‘battere i legumi’. Questo sistema,  simile alla trebbiatura, era praticato fino a metà del secolo scorso e consisteva nel battere ripetutamente sul terreno, le piante essiccate  di ceci, fave o altri legumi, fino a separarne i semi dai gusci. Curiosando tra la vegetazione nelle adiacenze dello spiazzo pietroso, è facile osservare anche dei piccoli frammenti di terracotta, che dalla forma ci fanno ipotizzare resti di tegole di antiche coperture…….E allora, con un pizzico di fantasia, ci piace anche immaginare che i quattro fori, larghi circa 50 cm e profondi poco più di una trentina, avrebbero anche potuto essere il basamento  di sostegno dei pali di un' ipotetica costruzione in legno, come usavano fare proprio gli Etruschi!’’’’’

san dalmazio 029Continuando a camminare lungo la carrareccia, non appena ci troveremo finalmente al termine della recinzione metallica, potremmo osservare tra la vegetazione che prosegue sulla nostra sx,  l'inaspettata e piacevole presenza di numerosi cespugli, alti anche oltre 2 metri, di Bosso (Boxus  sempervirens).  Il Bosso è un arbusto spontaneo  sempreverde, la cui presenza è diventata  sempre più rara nella nostra zona.

Dopo ancora un breve tratto di strada, ci fermeremo a scuriosare nella profonda fenditura carsica che si trova sul margine sx e percorse ancora poche centinaia di metri, in prossimità di un'ampia curva che scende verso Vivaio, comparirà davanti a noi uno spiazzo dal quale si dipartono alcuni sentieri.

san dalmazio 030 Noi prenderemo quello sul margine sx, evidenziato dalla presenza di un grande pino caduto che mostra le sue radici verso il cielo. Il camminamento si apre tra la vegetazione, solcando la formazione di panchino e mostra segni evidenti di un abituale passaggio di persone. Lo seguiremo sempre in direzione  sud e declinando lentamente,  a  circa 350 m percorsi dopo il pino sradicato,  con un po’ di attenzione individueremo sulla nostra sx,  ancora un pianoro costituito dalla solita pietra tufacea, che si allarga tra la vegetazione.  Immancabilmente faremo una breve deviazione, che in pochi passi ci condurrà all’estremità del pianoro dove si presenterà davanti a noi uno dei più straordinari affacci del nostro territorio, che da solo rende prezioso ed unico questo viaggio.

san dalmazio 036Seduti sugli enormi massi quasi a picco,  spaziamo con lo sguardo lungo tutta la Vallata del Pavone, sul  borgo di Montecastelli , verso le cime dei monti della Carlina e verso  la Rocca Sillana, che da un angolo inusuale, fa bella mostra di sé, concedendoci  una veduta del tutto insolita. Verso destra, tra le voragini franose  che scendono fino al torrente, si intravedono le sue anse sinuose e  il suggestivo ‘Pozzo delle Mandrie’ che confonde  il verde smeraldo dell’acqua con l’azzurro cangiante  delle rocce serpentine.

Ristorati dalle piacevoli vedute, riprendiamo i nostri zaini e proseguiamo il cammino finché un’altra straordinaria sorpresa che  ci comparirà davanti. 

san dalmazio 038Saremo accolti dalla  gigantesca mole di un enorme roverella plurisecolare,  che con i suoi lunghi rami abbraccia un altro luogo simbolo di questo  viaggio e ci anticipa la vista dell’antica Pieve San Giovanni.

san dalmazio 041 Della  bella chiesa  restano oggi solo pochi ruderi, che nonostante siano avvolti dalla vegetazione e consumati dal tempo, mostrano ancora l’indiscutibile fascino e l’eleganza della facciata,  con il suo inusuale stile romanico-normanno.  Qui, doverosamente, ci concederemo di nuovo  una breve sosta per assaporare in silenzio, l’atmosfera di questo luogo così speciale.

Riprenderemo il cammino per l’ultimissimo tratto della nostra escursione, scendendo il breve sentiero che porta a immetterci  verso dx, sulla comunale asfaltata di Lanciaia, da percorrere solo per poche decine di metri. L’abbandoniamo  quindi deviando sulla sx, su una piccola strada bianca  in direzione del paese di San Dalmazio, che raggiungendo l’abitato ci farà chiudere in nostro anello. 

Un interessante e semplice viaggio, privo di difficoltà, adatto a chiunque abbia voglia di camminare in mezzo alla natura e soprattutto col piacere di scoprire tante piccole sorprese, in mezzo ai tesori che ci offre questo territorio.

*********************

*****(Scegliendo di compiere questo itinerario di domenica, potremmo avere anche l’occasione di poter visitare la chiesa parrocchiale di San Dalmazio, situata in basso all’ingresso del paese, dove sono conservate pregevoli opere pittoriche, datate XVI e XVII secolo, di cui una attribuita al Pomarancio il giovane. La chiesa custodisce  anche un prezioso Tabernacolo del 1500, di scuola robbiana).*****