antiche vie pavone 000

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10.5 km, 05:58:35

Coordinate punto di partenza: 43°16'1.24"N 10°57'23.63"E   google maps cane-guinzaglio no inverno
- Percorso il : 25/08/2021 - Tempo impiegato: 5:50:00 h - Tempo in movimento: 3:58:00 h
- Distanza percorsa: 10,5km - Dislivello tot. In salita: 634 m - Pendenza: med. 8,8% max 38,0%
Verificato il: .................
- Note: Niente da segnalare.
- Difficoltà : E
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Un percorso diverso dal solito che ci porterà a ripercorrere antiche strade che in passato hanno rappresentato importanti collegamenti con la Valle del Pavone, le sue preziose miniere e il borgo di Montecastelli, testimoni nel tempo, anche di episodi legati alla resistenza partigiana.

 

antiche vie pavone 002Per cercare di evitare le ore più calde di questa torrida estate, abbiamo deciso di partire per la nostra avventura poco prima dell'alba, facendo in modo di poterci gustare il momento magico in cui la luce del mattino colora ogni particolare con le sue sfumature rosa.

 

Il percorso avrà inizio nei pressi del borgo di Montecastelli e dopo aver imboccato la strada verso Cerbaiola, lasceremo le nostre auto nella discesa, sfruttando gli spazi liberi tra gli alberi che la costeggiano.

Ci incammineremo da qui in direzione di Cerbaiola un antico borgo rurale risalente al 1700, fino a spostarci sulla sx su una strada bianca in salita, che conduce ai Poggi di Granchio. Da qui, lambendo poco dopo il podere 'la Casa', continuiamo il cammino sempre con lo sguardo rivolto verso est, dove tra le radure degli alberi ci divertiamo a controllare il momento del sorgere del sole.

Dopo aver percorso circa Km 1,400 dalla partenza, quando la strada comincia a spianare faremo attenzione sulla nostra sx (coord 43°16'33,9''N – 10°57'19,7''E) all’inizio di un piccolo sentiero irto e ciottoloso che in poche decine di metri, ci farà raggiungere la cima del poggio. Proseguiremo in salita facendoci spazio tra i cespugli di macchia mediterranea, dove non sarà difficile notare, sparsi tra le rocce serpentinose, numerosi frammenti di terracotta grossolana che ci fanno immaginare un antico insediamento etrusco a guardia della Valle del Pavone.

 

<<…...I reperti riconosciuti e raccolti sono costituiti esclusivamente da frammenti ceramici, riconducibili alle classi dei materiali da costruzione, delle ceramiche da cucina, da dispensa e da mensa. I materiali da costruzione sono unicamente elementi di copertura: tegole piane e coppi semicircolari prodotti con un'argilla, che dopo la cottura, ha raggiunto una colorazione rosa, nocciola chiaro, nero, con impasto generalmente ricchissimo di inclusi granulari di medie e piccole dimensioni, di colore bianco, grigio e rosso. Le tegole piane con alette sono riferibili al tipo 'Acquarossa', attestato fino all'inizio del V° sec. a.C. diffuso in numerosi siti dell'Etruria settentrionale. Tra gli esemplari raccolti si segnala un frammento di tegola piana con 2 incisioni a crudo ottenute con uno strumento a punta arrotondata, sulla parte sinistra del frammento forse interpretabile come una alfa.>> (tratto da uno studio di Cristina Taddei:''Poggio ai Monti: un sito etrusco di altura'')

 Una volta raggiunta la piccola radura alla sommità del rilievo, che noi abbiamo rinominato 'Poggetto Etrusco', ci aspetterà lo spettacolo del sorgere del sole, che pian piano illuminerà tutta la vallata, fino ad avvolgere la vicina Rocca Sillana di morbidi pennacchi rosati.

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Assistiamo in silenzio, dalla cima della collinetta, all'inizio del nuovo giorno per poi riprendere di nuovo il cammino verso la fresca vallata che ci attende. Discendiamo così dal poggetto fino a ritrovare la nostra strada che imbocchiamo sulla sx, in direzione del podere 'I Poggi'. Appena superato il muro che lo circonda continueremo a camminare, sull'antica strada di Cerbaiola, che ancora mostra il suo fondo selciato e fiancheggiando una fitta pineta, giungeremo a scorgere i ruderi del vecchio caseggiato di 'Poggi di Granchio', semi sommersi dalla vegetazione. All’incrocio subito fuori dalla pinetina, teniamo la sx e costeggiando i ruderi del podere proseguiremo a dritto.

antiche vie pavone 002Cercando notizie di questi luoghi sulle tavole del 'Catasto Leopoldino' abbiamo scoperto che sia i ruderi dei vecchi poderi, sia i rilievi che oggi vengono riportati sulle carte col toponimo di 'Poggi di Granchio', erano anticamente conosciuti come 'Le Casaline', 'Le Capanne', 'Poggio delle Pianere' e 'Capanna'.

antiche vie pavone 014aDa questo punto ci farà compagnia l'imponente mole della Rocca Sillana, che sembra risvegliarsi ai primi raggi del sole, mentre sulla nostra dx, seguiremo il profilo delle colline senesi accarezzate dalla luce del mattino, continuando fino al prossimo incrocio. (coord 43°16'54,1''N 10°57'12,3''E).

In questo punto sceglieremo di proseguire a dritto davanti a noi e superando un piccolo dosso, ci troveremo davanti a un percorso abbastanza ampio, che proseguirà costantemente in discesa.

Il percorso è riportato sulle antiche carte col toponimo di 'Stradello di commodo' e aveva probabilmente lo scopo di collegare Montecastelli ai preziosi campi pianeggianti vicini al Pavone, da sempre utilizzati per l'agricoltura e il pascolo, dato che gran parte delle colline circostanti è costituito dalle inospitali rocce serpentine.

antiche vie pavone 002Impossibile non notare un altro straordinario affaccio sulla Rocca che all'improvviso ci appare davanti e da qui, continuando il nostro cammino avremo ancora modo di ammirare nuovi splendidi scorci a picco sulla vallata del Pavone, costantemente sovrastata dal fortilizio, tra imponenti frane di serpentino che sembrano squarciare le colline.

Ignorando alcuni incroci che incontreremo sia a dx che a sx, continuiamo la discesa che, anche se talvolta si farà più ripida, sarà costantemente ombreggiata.

Percorsi circa 2 km dai ruderi del vecchio podere dei Poggi di Granchio, per poter superare dei fitti cespuglieti di macchia mediterranea, il percorso inizia a ridurre la sua larghezza, fino a diventare un viottolo, che però dopo poche centinaia di metri, voltando sulla dx riprenderà la sua ampia dimensione.

Discendendo ancora inizieremo a scorgere sulla nostra sx, ampie radure sottostanti le località di Bruciano e San Sisto, dove riconosceremo in lontananza uno dei nostri percorsi verso il Pavone, che passa nelle vicinanze di una vecchia mietitrebbia arrugginita, abbandonata ai bordi del campo.

Da questo momento il nostro tragitto comincia finalmente a spianare, lambendo i vicini campi del 'Vallino', che nella notte del 28 giugno 1944 furono testimoni di un cruento scontro tra i soldati tedeschi e i nostri partigiani.

.......così racconta Faina (Guelfo Coscini): <<Alla sera tra il lusco e il brusco, andai verso il podere Bruciano, dove vidi molti tedeschi che avevano occupato la casa. Andammo così verso Bocca di Pavone, in località 'Piani di S.Sisto' e ci mettemmo sotto dei grandi lecci che facevano ombra con la luna piena. Armando Spinelli ci dette a tutti del pane e ci disse di non slacciarsi le scarpe>>. Altri partigiani erano sparsi nella zona e alcuni diretti verso la miniera di Montecastelli. Una relazione del 'Distaccamento Guido' descrive l'episodio: <<Nella notte tra il 28 e il 29/6 avemmo l'ultimo scontro con i tedeschi. Circa le ore 0,30 la sentinella dava l'allarme avendo scorto a circa 200 metri dal nostro accampamento una colonna nemica che, dai Poggi di Granchio, scendeva verso il piano>>. Faina racconta: <<Ero di guardia con una mitragliatrice 'Sten' mentre gli altri riposavano sotto a dei grandi alberi. C'era un lume di luna chiarissimo e avevo dato il mio fucile da caccia a Ugo Michelotti che era vicino a me e ad un tratto sentii pesticciare e parlare in tedesco. Era un gruppo di Tedeschi in ritirata che scendeva dai 'Poggi di Granchio' e vidi che ci venivano incontro. Nel buio poco dopo avvertii tutti gli altri, detti il 'Chi va la'!' e dissi 'Arrendetevi!'. Un attimo di silenzio, poi una voce disse: 'Un attimo camerati!'

I partigiani videro un luccichio e del movimento repentino: si stavano disponendo a ventaglio e avevano piazzato una mitragliatrice con il treppiede e alcuni di loro iniziarono a sparare. Risposero al fuoco Ugo Michelotti con la doppietta di 'Faina' e subito dopo gli altri. La battaglia durò circa mezz'ora e alcuni soldati tedeschi rimasero sul campo. Nel buio si sentivano i gemiti e i lamenti dei feriti e i militari tedeschi si dileguarono verso la macchina arrendendosi ai partigiani verso l'alba. I partigiani si spostarono nel 'Vallino', sul costone sinistro del Pavone, dove c'era una sorgente d'acqua e aspettarono l'alba.. Tra loro vi era un ferito (Angiolino Filippi) colpito alla coscia da una pallottola.........Al mattino del 29 giugno, alcuni soldati tedeschi feriti arrivarono a 'Bruciano' dicendo di aver avuto uno scontro a fuoco con gli Americani.......Allo spuntar del sole Artimio Martignoni e Armando Spinelli e d altri partigiani tornarono a recuperare i cadaveri. Il comandante era morto accasciato sulla mitraglia a treppiede e altri tedeschi furono seppelliti sul greto del fiume. Soldati tedeschi si arrendevano con la bandiera bianca ai partigiani del 'Distaccamento Guido': anche per loro la guerra era finita.>> '''Brano tratto da: 'La liberazione a Pomarance' di Jader Spinelli'''

antiche vie pavone 002Da qui, in poche decine di metri ancora, raggiungeremo finalmente la riva del Pavone da dove, favoriti dalla frescura del mattino, proseguiremo la risalita fino alla vecchia e famosa miniera di rame di Montecastelli.

Percorreremo circa 3 km lungo il greto del torrente, ammirando le sue caratteristiche rocce verdastre, che ora scendono a picco in maestose frane e talvolta formano pozzi profondi, all'ombra di massi enormi, malgrado che la siccità e le temperature roventi di questo periodo abbiano contribuito a diminuire notevolmente la portata d'acqua.

antiche vie pavone 002Nonostante la penuria di acqua, di lì a poco, incontreremo sulla nostra sx seminascosta dalla vegetazione della sponda fluviale, una curiosa galleria da cui una cascatella d'acqua zampillante sgorga copiosa tra il capelvenere.(coord.43°16'44,7''N 10°56'39''E)

Intorno al 1850 con lo scopo di intercettare in profondità, un nuovo filone di minerale, venne scavato un pozzo al termine della Galleria Isabella. Per far ciò veniva azionato un saliscendi, che le acque del Pavone, appositamente imbrigliate da una diga, mettevano in moto tramite una grande ruota idraulica. Introdotte nella miniera con un apposito gorile, venivano poi fatte defluire più a valle attraverso questa lunga galleria di scolo di circa 700 metri.

antiche vie pavone 002Dopo un altro tratto di emozionante risalita in questo ambiente straordinario, noteremo evidenti tracce di opere murarie trasversali al greto del fiume, che con ogni probabilità rappresentano quel che resta del basamento di un antica passerella. Ancora dalla stessa parte, in alto sulla riva, appare l'imbocco di una importante galleria mineraria detta 'Grotta del Mugnaioli' con la sua grande volta di mattoni, chiusa da una grata metallica che data la pericolosità, ne interdice l'ingresso.

La zona della Grotta Mugnaioli è l'area più antica di coltivazione del minerale, oggetto di svariate esplorazioni, tanto che la galleria principale fu spinta fino a 90 m di lunghezza. ...<<La galleria detta 'Del Mugnaioli' si trova a un dislivello di circa 2 metri rispetto al letto del torrente e si presenta con un arco costruito in mattoni, sopra al quale è visibile un vano, dove probabilmente si trovava un'immagine sacra. Tra l'arco e il vano si nota lo spazio per un cartello, che doveva recare incisa, una data o una preghiera. La galleria avanza pianeggiante, rettilinea, armata in mattoni per 42 passi, con la particolare presenza di mensole in mattone sporgenti una quindicina di cm, a un'altezza di circa 1m e 60 alla distanza di un metro l'una dall'altra. La galleria prosegue rettilinea per ramificarsi in più diramazioni non armate, friabili, invase da alcune frane.....>>(Tratto da una descrizione di Angelo Marrucci, pubblicata sulla ''Rivista di Pomarance'')

All'ombra dei rigogliosi ontani neri, che arrivano a lambire la riva del torrente, continueremo ancora fino a intercettare il piccolo imbocco sulla riva che ci porterà verso le vecchie strutture della grande miniera di rame di Montecastelli. (Coord 43°16'25,9''N 10°56'36,6''E)

Ci soffermiamo a curiosare, con la massima cautela, tra i ruderi dei tanti edifici abbandonati, approfittando per consumare un piccolo, meritato spuntino per proseguire subito dopo sul vecchio tracciato 'della polveriera' appena intercettabile, che ci riporterà a concludere l'interessante anello ripercorrendo quasi fedelmente l'antico tracciato di un'altra vecchia strada. (Approf.Miniera Montecastelli)

 

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antiche vie pavone 002Dopo la visita ai ruderi della miniera, ci portiamo di lato ad essa per individuare il percorso, che all'inizio sarà una breve, piccola arrampicata tra le rocce serpentine e il materiale di discarica, per diventare in seguito uno stretto sentiero in salita, ricco di particolari interessanti.

Questo stretto e impervio sentiero in salita corrisponde all'antica via che sulle tavole del 'Catasto Leopoldino' viene riportata come 'Via da Silano a Montecastelli', che con probabilità veniva utilizzata per raggiungere la miniera e per trasportare i minerali estratti tramite muli e bestie da soma.

 

antiche vie pavone 002antiche vie pavone 002A breve apparirà infatti sulla nostra destra vicino a noi, ancora intatto, un cunicolo protetto da una grata che conduceva alle gallerie della miniera sottostante (Coord. 43°16'23,2''N 10°56'43,7E) e poco più avanti ancora, la piccola struttura della 'Polveriera', un curioso edificio rotondeggiante, dove erano conservati al sicuro gli esplosivi utilizzati per l'escavazione delle gallerie. Sbirciando dall'apertura della piccola torre oggi possiamo solo vedere dei nidi di calabroni che penzolano al centro della copertura.

Andiamo ancora avanti e dopo aver percorso circa 300 metri dalla miniera, imboccheremo sulla nostra sx, un altro piccolo viottolo che in qualche centinaio di metri ci farà arrivare, con gradita sorpresa, a una nuova galleria scavata nella roccia.

 

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Purtroppo non abbiamo trovato nessuna informazione in proposito, che apparentemente potrebbe sembrare solo un saggio per la ricerca del minerale, ma nonostante questo ci appare ben articolata, se pur priva di armatura muraria. Appena superato il cunicolo d'ingresso appare alta circa 2 metri, ampia 1 e mezzo e si dirama dopo alcuni passi in due accessi diversi, uno dei quali prosegue per qualche decina di metri. I cunicoli sono completamente scavati nelle rocce serpentine, solcati in alcuni punti da striature color verde rame, ma privi di qualsiasi opera che possa farci pensare ad una lunga vita estrattiva, ma bensì ad un tentativo esplorativo.

Soddisfatti della nostra piccola scoperta, lasciamo la galleria e ripercorriamo nel senso inverso il viottolo, fino a ritrovare quello principale, dove proseguiremo sempre in costante salita, in direzione sud, ignorando anche un altro bivio che troveremo a breve sulla sinistra. (Questo percorso ci riporterebbe verso il podere 'I Poggi', lungo un bel sentiero che termina sulla strada principale, proprio nel punto in cui parte la piccola ascesa al nostro 'Poggetto Etrusco', primissima meta di questo viaggio).

Ancora in costante salita, accompagnati dal maestoso affaccio sulla 'Rocca Sillana' che domina tra la vegetazione, proseguiremo il nostro percorso, talvolta ombreggiato dai pini marittimi impiantati negli anni '50 e '60. Supereremo un piccolo botro zampillante d'acqua, per proseguire nell'ultimo tratto di salita, fino a raggiungere e attraversare il bivio con la strada comunale per Cerbaiola e tornare verso le nostre auto.

Concludiamo così un altro straordinario viaggio in questo nostro territorio che ogni volta sa sorprenderci facendoci dono di preziosi tesori, custoditi gelosamente nel tempo da un ambiente aspro e selvaggio, impregnato di storia e di struggente bellezza.