Pianta erbacea perenne con radice legnosa e ramificata che dà origine a un ciuffo basale formato da foglie lunghe e sottili di colore verde-azzurro.
Anche il fusto si presenta legnoso e cespitoso alla base, poi erbaceo, eretto e sottile con foglie opposte guainanti lunghe fino a 8 cm.
L'infiorescenza è formata da 2-10 elementi riuniti in fascetti alla sommità dello stelo.
I graziosi fiori, sono sorretti da un calice tuboloso formato da 5 squame appuntite un po' arrossate e hanno 5 petali rosa intenso-fucsia, con margine dentato-frastagliato e nervature più scure. Il diametro del fiore è di circa 2-3 cm, circondati da brattee verdi, lunghe poco meno del calice.
I piccoli semini neri sono contenuti in una capsula allungate terminante in una coroncina dentata, lunga circa 1 cm.
La pianta fu diffusa in Italia nel XV secolo dai Frati Certosini, da cui ha anche preso il nome popolare. Veniva coltivata infatti, nei giardini dei monasteri, sia come pianta decorativa, sia per le sue proprietà medicinali e antireumatiche dovute alle sostanze saponine in essa contenute.
Recentemente la cosmetica moderna, che ha riscoperto le virtù di questa pianta, la impiega nelle creme idratanti.
L'etimologia fa derivare la parola "Dianthus", dal vocabolo greco "Dianthes" che vuol dire "fiorire tardi". Il fiore era dedicato a Giove.
Specie protetta tutelata da normative regionali, che ne vietano la raccolta e la distruzione.
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