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Il piccolo borgo di Querceto si trova adagiato su uno sperone collinoso, alle pendici del monte Aneo, che si affaccia sulla vallata del Trossa e del Cecina. E’ immerso nella vasta estensione di boschi che lo circonda ed anche l’origine floreale del suo nome allude probabilmente alla ricca presenza di querce nella zona.

Lo troviamo citato per la prima volta in documenti dell’VIII secolo, ma l’origine del villaggio risale intorno all’anno 1000, quando ancora era annesso alla Chiesa di Massa Marittima e successivamente  a quella di San Pietro in Palazzuolo di Monteverdi.   In seguito subì l’egemonia e la potenza dei  Vescovi di Volterra, tra il 1186 e il 1224, fino a quando, insieme ad altri castelli della Val di Cecina (Micciano, Libbiano, La Sassa, Canneto, Serrazzano e Monterufoli), fu ceduto al Comune di Volterra, a cui giurò fedeltà.

Fu questo un periodo in cui l’importanza militare ed economica del borgo erano piuttosto rilevanti. Fu in grado infatti di fornire ben 600 armati al Comune di Volterra, nonché di gestire al meglio la ricchezza delle risorse naturali del suo sottosuolo, come il sale, il rame, l’argento, il mercurio e il vetriolo, talmente ricercate nel periodo medievale che resero Querceto, economicamente  potente e densamente popolato.

Ad avvalorare negativamente questa sua importanza, nel 1431 il castello fu occupato e saccheggiato dalle truppe de Duca di Milano e nel 1447 di nuovo conquistato  e interamente distrutto dalle truppe di Alfonso d’Aragona, re di Napoli, che risparmiarono solo parte del castello.  Questi fatti dolorosi, portarono Querceto in un periodo di inevitabile decadenza, contrassegnata dalla dominanza fiorentina, che costrinsero il paese ad entrare a far parte del Vicariato della Val di Cecina.

Finalmente una svolta favorevole, fu quando nel 1543 la nobile famiglia volterrana Lisci, si insediò nella zona del Quercetano e ne mantenne il controllo fino al 1814, quando Carlo Leopoldo Ginori  ereditò da sua madre Francesca Lisci tutta la fattoria.  Numerose furono le innovazioni apportate dalla famiglia Ginori-Lisci, riguardanti i sistemi di coltivazione, di allevamento e di selezione del bestiame, fino alla costruzione nel 1834, del ponte sul fiume Cecina,  vicino all’attuale paese di Ponteginori, che facilitava i collegamenti tra la tenuta e la strada principale.

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Anche il castello venne completamente restaurato da parte della  famiglia Ginori-Lisci che tuttora ne detiene la proprietà.

Il resto del borgo, pur se più volte rimaneggiato nel passare dei secoli, mostra ancora un fascino molto  particolare.  La lunga fila di cipressi che ci accompagna alla piccola piazza, il suo castello avvolto tra le foglie della vite americana e il suo abitato silenzioso che si raccoglie tra gli archi, i vecchi portoni e le viuzze in salita. Tutto si affaccia sulla morbida coltre di colline che fanno di Querceto un posto inconsueto, mistico e speciale!

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Querceto