Viaggio nel cuore caldo della nostra terra: seguendo le orme degli Etruschi

Lagoni di Sasso Pisano - Vecchienne - Bagnone

Data:  24/11/2022 Verificato il:  ../../….     carrozzadergambini
Distanza percorsa  16,9 km Difficoltà E   Note
Salita accumulata  650 m Discesa accumulata 650 m Niente da segnalare
Altitudine Massima  662 m Altitudine Minima 233 m
Altitudine partenza:  475 m Altitudine arrivo 475 m
Pendenza massima  29% Pendenza media 8%
Durata  6:40:19 Tempo in movimento 5:11:32
Attrezzatura consigliata scarponi1bastoncini
Coordinate punto di partenza:   43°10'16.94"N 10°51'29.73"E
download1wikiloc estate no cane guinzaglio 
Grafico 
DESCRIZIONE

Nuova, interessante escursione che ripercorrendo antichi tracciati etruschi, ci farà scoprire le manifestazioni geotermiche del Sasso Pisano, delle Biancane di Monterotondo fino alle terme del Bagnolo. Poi attraversando le stupende campagne punteggiate di antichi casolari della tenuta di Vecchienne, ci riporterà fino all’importante complesso termale etrusco-romano del ‘Bagnone’.

 

h9 vecchienne 001Iniziamo il nostro cammino dopo aver posteggiato le auto nelle vicinanze della chiesetta del villaggio operaio dei Lagoni del Sasso e, fin da questo punto sorpresi dal rumore e dai pennacchi fumosi che in certi punti costeggiano la strada, raggiungiamo il piccolo piazzale delle ‘Fumarole’, dove è solito trovare altri gruppi di escursionisti.

 La Chiesetta dei Lagoni.
Nel 1956 la Soc. Larderello commissionò al noto architetto Giovanni Michelucci una cappella e 3 gruppi di abitazioni con annesso centro sociale e circolo ricreativo, da realizzare nell’area geotermica detta ‘Lagoni del Sasso Pisano’. La chiesetta, terminata nel 1958, è interamente realizzata in filari di pietre chiare, con tipico campanile a vela, che si sviluppa su un lato. E’ costituita da un vano rettangolare terminante in un’abside curvilinea, affiancata da alcuni piccoli locali, di cui una sagrestia. All’esterno, un prolungamento formato dai 2 muri laterali termina con una accogliente panchina di pietra.

A questo punto si presenta davanti a noi un vero palcoscenico geotermico, che ci permetterà di camminare in costante salita in un paesaggio surreale, tra fumanti manifestazioni endogene con gorgoglii e esalazioni di vapore, mentre le rocce intorno, sembrano cambiare colore ad ogni passo che facciamo. L’unica cosa veramente negativa che contrasta con questo paesaggio unico al mondo, è la scarsa cura e manutenzione di tutta questa prima parte del percorso, dove risultano solo di inciampo le strutture dei vecchi gradini fatiscenti e dove il terreno franoso e accidentato, spesso crea ostacoli per un agevole cammino.
Malgrado tutto questo, cerchiamo di proseguire per goderci l’unicità dei panorami che tra gli immancabili cespugli di brugo e di felci, mostrano via via l’antico borgo del Sasso, incastonato tra le colline fumanti.
Giunti a oltre metà del percorso ci porteremo in salita, verso una zona ancor più ricca soffioni e di bulicami, che data la pericolosità, osserveremo con la dovuta attenzione!
Finché nei pressi di un laghetto seminascosto tra la vegetazione, avremo raggiunto il crinale che divide la zona delle Fumarole da quella delle Biancane di Monterotondo, riconosciuto come sito Unesco. 

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Questo ulteriore straordinario ambiente così particolare, prende il suo nome dallo sbiancamento delle rocce, dovuto dalla reazione chimica delle emissioni di idrogeno solforato e dei fluidi geotermici che sbiancano i vasti affioramenti di diaspro della zona. I vapori chimicamente aggressivi, attraversando le rocce, reagiscono alterando i minerali che le compongono, tanto che i diaspri perdono tutti gli ossidi di ferro contenuti e il tipico color rosso fegato, diventando bianchissimi. I calcari invece, ricchi di carbonato di calcio, reagiscono con l’acido solfidrico, trasformandosi in gesso.
Inoltre la presenza dell’acido solfidrico, è causa del caratteristico odore di uova marce che si percepisce nella zona.
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Seguendo i percorsi del parco delle Biancane, si potrà osservare una vegetazione davvero particolare, dai manti di Brugo, alla leggerezza dell’Agrostis e alla anomala presenza delle Querce sughere e delle Cerrosughere, che caratterizzano tutto l’ambiente.
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Proseguiamo il nostro cammino fino a scorgere il profilo del paese di Monterotondo con la torre refrigerante della sua storica centrale, mentre davanti a noi, oltre le colonne e gli sbuffi di vapore, in lontananza si scorge il mare.

Arrivati nei pressi della vecchia sorgente di ‘Acqua forte’ andremo dritto verso la salita, ignorando il percorso che sulla sx in discesa, ci porterebbe al Lagone cerchiaio e agli antichi lavatoi.

h9 vecchienne 001In passato la sorgente dell’Acqua Forte, che sgorgava a una temperatura di 20°, veniva popolarmente chiamata ‘Acqua pizzichente’ ed era considerata un vero aiuto per la digestione e i disturbi dello stomaco.

Dopo aver percorso un breve tratto in salita, ci indirizziamo a sx per sbucare nel piazzale che porta al ‘tiro al piattello’ e che costeggia un vecchio pozzo geotermico.
Proseguiamo ancora fino ad un incrocio, dove mantenendo sempre la sinistra, ci incamminiamo sulla strada bianca che attraversa un castagneto, costeggiata da alcune piante secolari e dove per alcune centinaia di metri sono presenti enormi ed ordinate cataste di legname tagliato.
Giungeremo verso un incrocio, indicato come ‘Il Monte’ a 650 m di altitudine, dove noi proseguiremo dritto in avanti, in discesa, in un percorso che indica ‘Le Pelaghe’, seguendo i flebili e discontinui segnavia bianchi e rossi.
Continueremo in un bosco recentemente tagliato, che in alcuni tratti già ci lascia intravedere in lontananza il panorama verso il Lago boracifero e Vecchienne, ma che in alcuni punti, per poter proseguire, ci costringerà ad aggirare delle cataste di legna, lasciate dai tagliatori.
h9 vecchienne 001Sempre in costante discesa in mezzo a fitti castagneti, lambiremo sulla dx un seccatoio ben ristrutturato, testimone dell’importanza che il castagno ha rappresentato, in tempi non molto lontani, per l’economia di queste zone.

Continuando sempre a scendere, noteremo ad un certo punto, che i castagni lasciano spazio ad un bosco impiantato misto di duglasie e pini neri, che pian piano ci accompagnerà fino alla strada asfaltata in prossimità di una vecchia struttura delle Terme del Bagnolo.
A questo punto volteremo a dx, seguendo per un breve tratto la strada asfaltata, fino a trovare l’imbocco del fatiscente impianto sportivo ‘Bagnolo Sporting Club’ che, alcune decine di anni fa, sfruttava le acque termali del Bagnolo.

Il Bagnolo
h9 vecchienne 001L’acqua della sorgente del Bagnolo, conosciuta fin dalle epoche più remote, era apprezzata per le sue virtù terapeutiche indicate nella cura delle affezioni delle vie respiratorie, delle malattie delle ossa, delle articolazioni e della pelle. L’acqua definita ‘mediominerale-bicarbonato-alcalino-terrosa’, sgorga a una temperatura di circa 43°.

Attualmente si possono vedere i resti delle vecchie terme del Bagnolo, che lambiscono la strada asfaltata e quelli del complesso sportivo-termale ‘Bagnolo Sporting Club’, risalente a poco più di 20 anni fa, che appare in stato di completo abbandono avvolto dalla vegetazione che ne ricopre tutte le strutture e la grande piscina vuota. Il complesso sorse in virtù delle benefiche acque termali, ma poco dopo l’avvio vide purtroppo il fallimento della stessa società che lo gestiva.

Dopo la breve visita, ci riportiamo di nuovo sulla strada asfaltata indirizzandoci sempre il leggera discesa, verso l’incrocio con la Provinciale 62 (proveniente da Sasso Pisano), dove attraverseremo per proseguire su un vialetto alberato con secolari h9 vecchienne 001pini domestici, che ci porta verso gli annessi della fattoria di Vecchienne.
Da subito sorpresi dalla grande quantità dei bovini al pascolo brado, proseguiamo in direzione della villa di Vecchienne, sede della gestione dell’omonima azienda agricola e appena giunti in prossimità dell’edificio, approfittiamo per una breve pausa che ci permetterà di curiosare in questo ambiente elegante e inusuale che denota il fascino di un importante passato. Ci fermiamo per scattare qualche foto, all’ombra del curatissimo giardino all’italiana che precede l’ingresso principale della villa, dove notiamo il grande stemma in ghisa, della famiglia ‘De Larderel’ che domina su tutto l’edificio.

 Nei suoi viaggi attraverso la Toscana, Emanuele Repetti, ipotizzava Vecchienne, di probabile provenienza etrusca dal toponimo ''Viclena'' e descriveva il sito come un piccolo castellare appartenuto ai nobili della Leccia. Passato in seguito ai Vescovi di Volterra, subì le incessanti aspre dispute tra Vescovi e Comune, finché fu messo a ferro e fuoco e distrutto dagli stessi Volterrani nel 1235 e nel 1244. Più volte abbattuto e risorto sulle sue rovine, circa alla metà del 1800 i Conti De Larderel costruirono nelle vicinanze del castello una elegante villa con annessa fattoria, di cui ancor oggi gli eredi ne godono la proprietà. Ritenuta per l'epoca, veramente all'avanguardia, la proprietà contava ben 33 poderi, dalla struttura massiccia ed elegante, provvisti anche di servizi igienici. Nelle vicinanze vi era anche una grande fornace, che ha prodotto i mattoni esagonali dei vecchi lavatoi, nella zona del Lagone cerchiaio di Monterotondo.  All'interno della tenuta, nei pressi di una collinetta, si trovano ancora dei ruderi di mura che fanno ipotizzare che possano appartenere al vecchio castellare di Vecchienne.

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h9 vecchienne 001Dopo la breve visita intorno alla storica dimora, proseguiamo lungo la strada in direzione sud, fino a voltare sulla nostra dx per seguire una via detta popolarmente ‘Strada di Ferraconiglioli’, a causa di un curioso aneddoto.
Lo scenario che si apre davanti a noi mostra a breve distanza il Lago Boracifero, con gli impianti geotermici del moderno stabilimento, circondato da una morbida campagna, punteggiata dai ruderi di antichi casolari dove, fino ai bordi della nostra via, pascolano centinaia di esemplari di mucche e vitelli di razza Limousine.     Approf: Lago Boracifero
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h9 vecchienne 001Continuiamo sempre su questo piacevole e rilassante percorso, concentrati sulla campagna che ci circonda, ammirando la rigogliosa vegetazione con l’immancabile presenza dei borghi di Lustignano e Serrazzano, che dall’alto delle colline sembrano vigilare sul nostro cammino.
Approfittando di una pausa per consumare il nostro breve spuntino, raggiungiamo i ruderi di uno dei tanti caseggiati diroccati che troviamo lungo tutta la via e ci intratteniamo per rilassarci, naturalmente sempre scoprendo le curiosità di questo posto un po’ speciale.
Ci rimettiamo in cammino seguendo la nostra via, mentre tra le colline, ci accompagna il profilo della misteriosa ‘Torraccia di Cornia’ che sembra osservarci dall’alto; finché arrivati in un piccolo slargo, lasceremo la strada per imboccare sulla dx, un percorso che ci farà raggiungere i resti del ‘Bagnone’.

Proseguiremo agevolmente per poco più di un km, in un bosco piuttosto fitto in leggera salita, fino a scorgere 3 vecchi capannoni e un pozzo geotermico, che ci anticiperanno i ritrovamenti del ‘Bagnone’, l’ antichissimo complesso termale etrusco-romano.
Questo luogo speciale rappresenta sicuramente il punto principale di interesse del nostro viaggio; una preziosa perla riportata alla luce dagli scavi iniziati nel 1985 dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici della Toscana.
Non appena arrivati nei pressi dell’importante sito archeologico, ci porteremo vicino alla rete che lo circonda per catturare tutti i particolari che possiamo percepire dagli scavi eseguiti, frugando con lo sguardo tra i resti di antichissimi colonnati, vasche ancora ricoperte dal cocciopesto e canalette scavate nella roccia. Poche decine di metri più avanti ci soffermiamo per vedere una delle sorgenti che anticamente alimentavano il complesso termale, che ancora oggi forma una pozza di acqua caldissima. 

L’acqua termale che alimenta la piccola pozza è ritenuta una delle più calde della Toscana, poiché sgorga a una temperatura che supera i 65°. Da sempre, fin da tempi lontanissimi, tante persone la raggiungevano per immergersi e far sì che le virtù terapeutiche di questa acqua così speciale, potessero alleggerire i fastidiosi dolori ossei e articolari. Oggi purtroppo questo sito è diventato meta di frequentatori indisciplinati che abbandonando oggetti e sporcizia di ogni sorta, deturpano e feriscono questo prezioso ambiente! Approf: Bagnone

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Proseguiamo fino al cancello che delimita il percorso verso il Bagnone, ammirando di lato e di fronte a noi antiche costruzioni rurali, che in tempi più recenti sono state supporto alle terme stesse e lasciando dietro di noi questo autentico importante spaccato di storia, continuiamo seguendo un tracciato che sembra segnalarci una ‘via etrusca’.

Iniziamo a seguire la comoda strada che però avrà termine nelle vicinanze di un ennesimo pozzo geotermico, punto in cui dovremo proseguire in un percorso appena riconoscibile tra i campi.
Ci farà compagnia sulla nostra sx, l’affascinante rudere di un podere diroccato, che sbuca dall’alto tra la vegetazione e proseguiremo fino a risalire verso un altro gruppo di vecchi edifici rurali chiamato ‘Belvedere’.

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Da questo punto, dopo poche centinaia di metri, volteremo verso sx sulla strada asfaltata di Vecchienne, che attraverso bellissimi castagneti ci condurrà nei pressi del vecchio campo sportivo del Sasso e, sempre verso sx, fino a raggiungere le nostre auto.
Giunti di nuovo alla chiesetta del Michelucci, possiamo intravedere ancora un’area di manifestazioni geotermiche, visitabile solo su prenotazione e proseguiremo poco più avanti per concederci una breve sosta al famoso birrificio ‘Vapori di birra’.

h9 vecchienne 001Tra la zona di Monterotondo e Sasso Pisano, la geotermia viene sfruttata come risorsa, dando vita alla ‘Comunità del cibo e delle risorse rinnovabili’, con il birrificio geotermico ‘Vapori di Birra’, che primo in Italia, produce birra di ottima qualità e con l’azienda agricola-casearia ‘Paterno’, che produce formaggi di vario tipo. Entrambe sfruttano il vapore geotermico come fonte primaria nel processo produttivo, con rispetto dell’ecologia e con un minimo impatto ambientale.

Concludiamo così questo straordinario, avvincente viaggio in un ambiente unico nel suo genere, che attraverso le numerose testimonianze, che si perdono nel passato, ci fa capire quanto le caratteristiche di questi luoghi, fossero ritenute preziose, fin dai tempi più lontani.

Unico particolare, che purtroppo ci ha sorpreso negativamente, riguarda le condizioni di fruibilità di alcuni tratti dei percorsi, che nonostante attraversino zone dalle caratteristiche uniche al mondo, sono del tutto precari o privi di manutenzione. Ci permettiamo di immaginare che, data l’assidua frequentazione di appassionati, turisti e studiosi presenti ogni giorno, la zona delle Fumarole potrebbe avere ottime potenzialità per diventare un nuovo e importante parco di attrazione turistica!

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