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tra Orciatico e Lajatico

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 Coordinate punto di partenza: 43°26'32.87"N  10°43'11.76"E google maps   download1 
 
cane libero  estate invero no 
Data   12/10/2021 Verificato il  ../../....
Distanza percorsa   21.55 km Difficoltà E
Salita accumulata   720 m Discesa accumulata 720 m
Altitudine Massima   412 m Altitudine Minima 115 m Note
Altitudine partenza:   251 m Altitudine arrivo 251 m Niente da segnalare.
Dislivello partenza-arrivo   0 m Dislivello Massimo 381 m
Pendenza massima   19,8% Pendenza media 6,1%
Durata   08:41:00 Tempo in movimento 06:38:00
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DESCRIZIONE

211012 mof pca laj 001Una lunga, coinvolgente passeggiata ad anello che ci porterà a scoprire tutti i segreti delle colline che collegano Orciatico a Lajatico, in un susseguirsi di sconfinati panorami spesso delimitati da filari di cipressi che spiccano tra l'argilla dei dolci poggi.

Il nostro interessante viaggio inizierà con la sorpresa della 'Mofeta di Borboi', per poi raggiungere la Rocca di Pietra Cassia, spostandoci dopo verso il paese di Lajatico e il suo famoso 'Teatro del Silenzio'.

 Seguendo la SS439 in direzione della Val d'Era, raggiungeremo con le nostre auto, il piccolo Villaggio San Giovanni, dove devieremo sulla nostra sx, sulla SP 45, in direzione del borgo di Orciatico.

 Il 'Villaggio S.Giovanni Val d'Era' detto popolarmente 'Bocioni', è un piccolo agglomerato agricolo, sorto su iniziativa dell'Ente Maremma con lo scopo di arginare la fuga dalla campagna. Fu inaugurato solennemente dall'allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, nel 1958.

 Da qui proseguiremo per circa 2km, fino a incontrare sulla dx uno slargo per poter posteggiare, delimitato da una sbarra metallica, dove sono visibili dei cartelli esplicativi che riportano le notizie relative alla mofeta.(Coord……..)

 Iniziamo da qui il nostro avvincente percorso dirigendoci subito sulla stradina che ci porterà a scoprire la famosa 'Mofeta dei Borboi', da sempre oggetto di studi da parte di varie università italiane, americane e del CNR, dato che l'ecosistema particolare intorno a questo fenomeno vulcanico, potrebbe essere un ottimo modello per lo studio sugli adattamenti fisiologici delle piante legato all'innalzamento dei valori di CO2.

Continuiamo da qui per poche centinaia di m. fino a raggiungere un piccolo cartello metallico che indica la direzione della mofeta e proseguiremo sul viottolo in discesa che si addentra nel bosco, dove noteremo fin da subito una rigogliosa vegetazione. Tenendoci sulla sx, a un piccolo incrocio, raggiungeremo ben presto la nostra meta e naturalmente ci limiteremo a osservare a distanza il gorgogliare delle piccole pozze d'acqua, rimanendo nei pressi delle barcollanti barriere di legno che delimitano la zona, dato che le alte concentrazioni di anidride carbonica, potrebbero rivelarsi tossiche.

La Mofeta dei Borboi è una forma secondaria di attività vulcanica, corrispondente allo stadio finale di una fumarola che emette emissioni fredde prevalentemente di anidride carbonica provenienti da spaccature del terreno. 211012 mof pca laj 003Appare tra i ciottoli e la fanghiglia, all'inizio di un piccolo botro e si manifesta con pozzette d'acqua gorgogliante e rumorosa causa la fuoriuscita del gas, tanto che l'aria circostante ha uno sgradevole odore di uova marce dovuta al solfuro di idrogeno. Le emanazioni possono avere effetti letali sui piccoli animali, soprattutto a livello del terreno, dove il gas si concentra in modo più elevato.

Oltre quella 'dei Borboi', in Italia sono solo tre le mofete degne di nota: una presso Catania, una in Irpinia e un'altra nei Campi Flegrei.

Il nome 'mofeta' potrebbe derivare da quello della Dea Mefite (Mefitis) antica divinità italica protettrice delle acque della terra, che in seguito nella concezione cristiana, fu però associata alle acque corrotte, sulfuree, nocive, con esalazioni gassose, espressioni del Diavolo!

 

211012 mof pca laj 007Dopo aver osservato questi curiosi fenomeni vulcanici, ritorneremo indietro per il breve tratto che ci ha condotto fin qui e proseguiremo fino a raggiungere il piccolo incrocio, dove volteremo a sx, immettendoci su uno stretto tracciato che si fa largo tra bellissimi ciottoli di pietra giallastra, che ci accompagneranno fino al piccolo guado sul torrente Fosce.

Il Fosce è un piccolo torrente, affluente dell'Era, lungo poco meno di 10 km, che nasce nei pressi del Poggio Mela e del Poggio alle Palancole, due rilievi che si ergono ad Ovest del borgo di Orciatico.

Poco dopo il superamento del piccolo guado ci troveremo su un percorso che sulla dx segue sempre l'andamento del torrente, mentre dalla parte opposta, ci farà compagnia la dolcezza della particolare morfologia delle colline che alterna morbidi rilievi argillosi a lievi pendenze del fondo valle, in uno spettacolo veramente unico e coinvolgente. Immersi in questa straordinaria atmosfera, noteremo sulla sx una strada di campo che salendo, sembra tagliare in due i rilievi che abbiamo di fronte. La imboccheremo con piacere e seguendola sempre sulla nostra sx, ci lasceremo accompagnare fino all'agriturismo 'Il Casino', preceduto da piccoli banchi di alabastro che attraversano la nostra strada e da gruppetti di cipressi secolari che sembrano mettere in risalto la vastità delle colline.

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 Appena superato il curatissimo casale, ci immetteremo sempre verso sx, sulla carrareccia che ci accompagnerà fino alla Rocca di Pietra Cassia.

211012 mof pca laj 014In costante salita proseguiremo fino a raggiungere Poggio delle Cataste dove dei cartelloni illustrativi ci spiegano la storia del fortilizio e da lì a breve troveremo la catena che interdice il traffico.

Da questo punto lasceremo in parte il panorama delle belle colline, che finora ci ha accompagnato per immetterci, sempre in costante salita, in un bosco ombroso a prevalenza di cerri, lecci e macchia mediterranea che ci seguirà fino alla cima del rilievo, aprendosi via via in suggestive vedute su Volterra e le sue Balze.

Arrivati sotto la rocca, in un boschetto fitto di lecci, enormi massi calcarei chiari ci accompagneranno sulla nostra dx nella parte finale del cammino che ci porta fino al cancello di ingresso, aiutati da una ringhiera metallica nell'ultimo breve passaggio di ripida salita.

211012 mof pca laj 016211012 mof pca laj 016Ci troveremo così all'interno, davanti a una grande torre perimetrale e alla parte centrale della rocca, dove un camminamento di legno ci agevola l'entrata. Ancora una volta ci lasciamo stupire dagli sconfinati panorami che spaziano a 360° dalle Apuane, al Monte Serra e alle Pianure Pisane, fino a Volterra e al crinale di Montecatini, e ad Ovest, dove potremo scorgere il mare.

Nella parte più alta della rocca, vicino ai ruderi della torre di avvistamento, una profonda fenditura della roccia che attraversa tutto il costone, ci fa pensare che possa aver ispirato il nome del fortilizio: 'Pietra Cassia' infatti, vuol significare 'pietra spaccata'.

 

 

Dopo l'interessante visita, ripercorreremo la via del ritorno, che fino all'agriturismo 'Il Casino', sarà esattamente quella che ci ha portato fin qui. Una volta giunti al casale proseguiremo sulla carreggiabile a sx, che in breve tempo ci condurrà tra le belle colline argillose in direzione di Lajatico(approf.)

Proseguiremo sempre sulla comoda strada in discesa, ignorando l'unico bivio che troveremo sulla sx e poco dopo sempre sullo stesso lato della strada saremo accompagnati per diverse centinaia di metri, da filari di arbusti di macchia mediterranea carichi di bacche autunnali, intervallati da cipressi e piccole farnie che sembrano incorniciare il coinvolgente scenario delle colline appena arate.

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 Quando la strada inizierà un poco a risalire e a scollinare, giungeremo a un nuovo incrocio nei pressi di un magazzino agricolo, dove volteremo sulla dx per incontrare subito dopo, in un campo, una graziosa, piccola edicola religiosa di mattoni.211012 mof pca laj 016

Proseguiremo ancora sulla comoda via fino ad un secondo incrocio più grande che lambisce un magazzino comunale, dove ci dirigeremo sulla strada provinciale verso il paese di Lajatico. Dopo aver superato le prime case, imboccheremo via Pietro Nenni, che passa nei pressi del campo sportivo e andando ancora avanti, ci porteremo di nuovo verso la campagna su un lungo viale alberato e illuminato, dove si cominciano a notare manifesti e cartelloni che ci ricordano il famoso Bocelli.

Arriviamo così di nuovo in mezzo ai rilievi della bella campagna, nel conosciutissimo 'Teatro del Silenzio' che piacevolmente ci colpisce per la solenne semplicità.

211012 mof pca laj 016Grazie al progetto ambizioso scaturito dal tenace legame affettivo del tenore Andra Bocelli con il suo territorio natio, ha preso consistenza nell'anno 2005, l'idea di accostare la bellezza del tipico paesaggio collinare, alla raffinatezza della musica.

Con la complicità di Alberto Bartalini, detto l'architetto dei sogni, divenne così realizzabile l'idea di un anfiteatro naturale incastonato tra la suggestiva bellezza delle colline di Lajatico.

Gli elementi essenziali che lo compongono sono semplicemente un laghetto artificiale che si trasforma in scenario, al cui centro centro campeggia una scultura monumentale, diversa per ogni anno, eseguita da famosi artisti contemporanei. Intorno si ergono due alte mura bianche di blocchi sovrapposti di travertino, che ricordano un antico megalite, mentre davanti, lo spazio per la platea, non è altro che il declivio della collinetta dove sono appoggiate lastre di travertino che come poltrone, accolgono il pubblico.

Inaugurato nel 2006, il curioso teatro, ha ospitato l'eccellenza tra gli artisti italiani e di fama mondiale, animandosi in luglio, una sola volta all'anno per poi ritornare subito dopo nell'assoluto silenzio del suo paesaggio.

Curiosiamo sorpresi tra le sue strutture, gironzolando insieme ad altri visitatori, attratti dalle sculture che lo abbelliscono, dal laghetto che fa da palcoscenico e dai grandi blocchi di calcare che lo racchiudono e che lo fanno sembrare un'opera faraoinica, delicatamente e sapientemente inglobata nella semplicità della campagna.

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Dopo la piacevole visita, continuiamo nel nostro cammino, individuando sulla dx una stradina di campo che scende fino a un piccolo ruscello, che superiamo risalendo poi sulla collina fino a individuare sul lato sx una croce metallica. 211012 mof pca laj 016In questo punto, dove pare siano stati ritrovati dei reperti etruschi, dovremo prestare attenzione e proseguire sulla dx su una strada di campagna, che ci porterà a lambire un grande podere, da dove ha inizio un viale di cipressi, che ci accompagnerà di lì a poco sulla strada asfaltata.

211012 mof pca laj 016Voltando quindi sulla nostra sx inizieremo il tratto di strada asfaltata che ci accompagnerà verso l'incrocio con la SP45 di Orciatico, che comunque, data la scarsità di traffico e i bei panorami su cui si affaccia, sarà ugualmente piacevole da percorrere.

Giungeremo quindi fino all'incrocio, dove proseguiremo sulla dx ancora per qualche centinaio di metri di asfalto pianeggiante fino a raggiungere un piccolo incrocio nei pressi del ponticello sul Fosce. Qui proseguiremo ancora a dx al margine di un vigneto, sulla stradina sterrata che fin da subito ci porterà a lambire le belle colline, in parte già conosciute nella prima parte del nostro viaggio.

Il piccolo torrente Fosce sulla sx, ci farà compagnia fino al punto in cui lo dovremmo attraversare per dirigersi su una comoda stradina che ci condurrà di nuovo sulla provinciale per Orciatico, dove proseguendo ancora in salita per un breve tratto ritorneremo alle nostre auto.

Questo nostro nuovo percorso è stato in grado di sorprenderci ad ogni passo, ad ogni particolare, ad ogni piccola grande scoperta, naturalistica, storica o artistica. Ma soprattutto ci ha alleggerito il cuore e la mente con i suoi eterei, infiniti panorami, che ci hanno accompagnato per circa 22 km, senza farci sentire mai stanchi, ristorandoci con la tranquillità che questi luoghi sanno infondere!